Aldo Boffi, la ‘Folgore di Seregno’

Aldo Boffi fu decisivo nella stagione 1938/39, quando il Milan rischiò di retrocedere. I gol della “Folgore di Seregno” salvarono i rossoneri.

La stagione 1938/39 fu molto tormentata per il Milan. Reduce da due buone annate, la squadra rossonera finì rovinosamente nell’anonimato della bassa classifica. L’orizzonte milanista non andò oltre la terz’ultima posizione di classifica per larghi tratti di quel campionato, piazzamento minimo per non retrocedere in B. Il giornalista Emilio Colombo era il presidente della società. L’avvio stagionale fu un incubo. Affidato al duo Felsner-Banas, il Milan subì quattro sconfitte nelle prime cinque giornate, derby compreso. Dopo il ko di Bari, Felsner venne sollevato dal ruolo di direttore tecnico.

La prima vittoria arrivò soltanto all’ottava giornata (3-0 alla Lazio). Un avvio mortificante, mitigato soltanto dall’ottima vena realizzativa di Aldo Boffi, decisivo a fine stagione nella conquista della salvezza dei rossoneri. A Capodanno del 1939, arrivò l’atteso scatto d’orgoglio: 2-2 a Torino contro la Juventus dopo essere stata in vantaggio 2-0 grazie alle reti di Boffi e Buscaglia. L’operazione risalita sembrò avviata. Sette giorni dopo, tuttavia, la squadra milanista ripiombò in pieno marasma. A Milano, contro la Triestina, nello scontro diretto tra le ultime della classifica, i rossoneri incassarono l’ennesima battuta d’arresto. L’allenatore rossonero puntò tutto su Boffi.

La disfatta con la Triestina

Tra i titolari trovarono spazio anche Capra, Bonizzoni e Moretti, con l’esperto Zorzan, detto “Manona”, tra i pali. Gli ospiti s’imposero davanti ai diecimila spettatori presenti a San Siro e rimasti attoniti a fine partita. La Triestina, dopo aver segnato cinque gol in dodici partite, ne rifilò quattro in un colpo solo al Milan. Nello stadio calò un silenzio tombale. Non bastò la prestazione della “Folgore di Seregno”: Aldo Boffi era stato l’autore di un bellissimo gol con un missile terra-aria da trentacinque metri che andò a spegnersi sotto l’incrocio dei pali. La difesa milanista, lenta ed incerta, vanificò tutto. Andò in rete Colaussi che fu poi l’autore dell’assist per Antonini in occasione del terzo gol triestino.

Il Milan partì all’arrembaggio ma il forcing rossonero portò confusione, nervosismo e approssimazione. Il gol di Buscaglia, ad un quarto d’ora dal termine, riaccese la speranza. Il tecnico Banas lanciò anche i terzini all’attacco. Prima Buscaglia e poi Capra fecero tremare i legni della porta avversaria. Al resto pensò l’estremo difensore della Triestina, respingendo le incursioni milaniste. Trevisan chiuse i conti in contropiede.

La vittoria nel derby e la risalita

I rossoneri rimasero mestamente all’ultimo posto in classifica con un bilancio, in tredici giornate, di appena una vittoria, cinque pareggi e ben sette sconfitte. Due settimane dopo cominciò la risalita. Nel derby ci fu lo scatto d’orgoglio: i rossoneri vinsero la stracittadina grazie ai gol di Boffi, Buscaglia e Scagliotti. Tre giorni dopo, era il 15 febbraio 1939, uniformandosi ad una disposizione del regime fascista, il Milan cambiava denominazione, diventando Milano. A Banas venne affiancato un altro direttore tecnico, Violak. I due trovarono l’assetto giusto per lasciare i bassifondi della classifica. La Triestina fu battuta a domicilio (gol del solito Boffi). Lo spettro della retrocessione si allontanava.

Boffi fu il principe dei marcatori insieme al felsineo Puricelli (19 gol). La tribolata stagione del piccolo diavolo di fine anni 30 si concluse positivamente con il raggiungimento della salvezza. Boffi, pur non essendo un fuoriclasse, riuscì a vincere per tre volte in carriera la classifica dei marcatori. Impresa resa più bella dal fatto che il Milan di quei tempi non era certo una squadra di vertice. La forza di Boffi, che disputò con i rossoneri nove stagioni, fu la continuità di rendimento. Morì a Giussano (paese dove era nato nel febbraio 1915) il 26 ottobre 1987.