San Siro, 21 aprile ’85, il Milan nonostante surclassò il Verona che si avviava a vincere il suo storico scudetto, non riuscì a vincere. Protagonisti furono l’attaccante rossonero Attila e il portiere scaligero Garellik.
Capolista surclassata ma indenne. Il Verona di Bagnoli, il 21 aprile ’85, uscì da San Siro con uno 0-0 prezioso ma dopo tanti rischi. Al Milan non bastò un netto predominio territoriale per conquistare l’intera posta in palio che l’avrebbe collocato a quattro lunghezze dal primato (la vittoria valeva 2 punti). La ventiseiesima giornata rappresentò l’ultimo ostacolo serio tra gli scaligeri ed il loro storico scudetto.

Hateley fu un vero diavolo in campo
Nel primo quarto d’ora, l’ariete inglese fece vedere i sorci verdi alla difesa avversaria. Il portiere Garella, sgraziato nello stile ma quanto mai efficace nella sostanza, salvò in almeno quattro circostanze la porta del Verona. In una occasione deviando sul palo un colpo di testa del solito Hateley, “Garellik” negò al Milan il vantaggio. “E’ stata la parata più bella della mia carriera”, dirà l’ex portiere del Verona alcuni anni dopo.
Baresi annullò il danese Elkjaer, a centrocampo Rasoio Wilkins smistò tanti palloni con precisione certosina. Il ritmo troppo lento dei rossoneri agevolò la fase difensiva ospite. Sulla fascia destra, Pierino Fanna provò ad impensierire i padroni di casa ma senza mai arrivare dalle parti di Terraneo. Passato l’affanno dei primi venti minuti, il Verona controllò le sfuriate dei padroni di casa senza eccessivi rischi.

Garella parò di tutto
Ad alzare il morale degli scaligeri arrivarono anche le notizie da Napoli che davano in svantaggio l’Inter, la più insidiosa delle inseguitrici. Garella inanellò altre parate: interventi in uscita, di mano e con i piedi: nessuno spazio all’eleganza ma grande efficacia. Hateley, su assist di Baresi, fu rapidissimo nel controllo e nella conclusione. Garella, in splendida torsione, negò ancora una volta il gol ai rossoneri.
Il centravanti milanista cominciò ad innervosirsi, beccandosi il cartellino giallo per proteste. Con il passare dei minuti, il Verona prese il sopravvento a centrocampo con un Di Gennaro ispirato, ben supportato da Bruni e Fanna. Nella ripresa ci provò anche Virdis, tentativo sventato dal solito Garella. Nel finale, raccogliendo le ultime forze, Hateley tentò l’ennesima sortita con un colpo di testa bloccato dal portiere gialloblù.

A fine partita, Osvaldo Bagnoli salì in fretta sul pullman per recarsi a poche centinaia di metri dallo stadio San Siro, a casa della madre Vittoria, alla Bovisa. In quel confronto dell’aprile di 35 anni fa, Garellik ebbe la meglio su Attila.
Sergio Taccone

Giornalista e milanista Doc, tra i maggiori conoscitori della storia rossonera, è autore di 13 libri sul Milan. Con Storie Rossonere ha pubblicato tra gli altri: Joe Jordan – Lo Squalo del Milan; Le stagioni del Piccolo diavolo; Milan 3000 e il Grenoli. Ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli nel 2009 e il premio Coni Letteratura Sportiva nel 2011. Più volte nella Top Ten Amazon nella categoria libri di sport.