Coppi e Bartali, il derby di beneficenza

Gennaio 1950, una partita di beneficenza che vide in campo i due assi del ciclismo. L’incasso fu di 8 milioni destinati ai poveri della città.

Fausto Coppi e Gino Bartali protagonisti di un derby d’eccezione che si disputò il 14 gennaio 1950 all’Arena di Milano. Negli annali ufficiali della stracittadina milanese – naturalmente – non vi è traccia di quella partita, allestita per finalità benefiche ed impreziosita dalla presenza dei due fuoriclasse del pedale, entrambi in campo con la maglia numero 7.

Quell’inedito Milan-Inter portò allo stadio ventimila spettatori. L’unico calciatore presente, nelle vesti di arbitro, fu Giuseppe Meazza, coadiuvato da quattro guardalinee di eccezione: Costante Girardengo, Gaetano Belloni, Alfredo Binda e Learco Guerra. Ovvero: la leggenda del ciclismo. Colori rossoneri per la “selezione dei ciclisti del nord”, capitanata da Coppi (del resto il Campionissimo tifava Milan), in nerazzurro scese in campo la “squadra di corridori toscani”, guidata da Bartali.

Sia Coppi che Bartali indossarono la maglia numero 7, giocando all’ala destra

Più che Milan-Inter, quella partita d’inizio gennaio ’50 mise di fronte Coppiani contro Bartaliani. Una sfida che, per la prima ed unica volta, dalle strade del Giro d’Italia e del Tour de France si trasferì in un campo di calcio. Tra le fila rossonere si notò la presenza di Fiorenzo Magni in porta, in attacco il friulano Oreste Conte, corridore della Bianchi, vincitore di parecchie tappe del Giro tra il ’41 e il ’54.

Coppi venne impiegato all’ala destra, il ruolo che, come evidenziato da Darwin Pastorin, si addiceva, almeno nel calcio d’una volta, ai ribelli, ai sognatori e ai fuggitivi. Lo stesso di Mané Garrincha e Pier Paolo Pasolini. Suo fratello Serse, invece, si sistemò sulla linea mediana. Nel ruolo di terzino destro venne schierato Primo Bergomi. In campo andò anche Valeriano Zanazzi, abile su strada e come ciclocrossista.

Gino Bartali e Fausto Coppi

Tra i nerazzurri, in porta venne impiegato Alfredo Martini mentre Bartali si posizionò all’ala destra, come l’eterno rivale Fausto. Dell’undici nerazzurro fece parte anche Vito Ortelli, ciclista che vantava un titolo italiano su strada e due su pista. Fu un derby senza storia, dominato dai rossoneri che annientarono i nerazzurri con un tennistico 6-0.

L’incontro si chiuse già nella prima frazione dopo le doppiette del fromboliere Conte e di Casola, fresco vincitore della Milano-Torino e specialista della “Sei giorni” milanese su pista. Per l’Inter, solo un timido tentativo scaturito da un calcio d’angolo battuto da Bartali, con palla a lato.

Il momento più esaltante del match giunse al 22’ della ripresa. Coppi, raccogliendo un lancio di Conte, superò in velocità due avversari. A pochi metri da Martini, che gli si parò davanti in uscita disperata, l’Airone mise la palla in rete con un preciso diagonale. Un gol da ala destra pura!
Il boato di gioia dell’Arena salutò l’exploit di Fausto Coppi. La sesta marcatura di Casola, autore di una tripletta, completò il cappotto.

La celeberrima foto del passaggio della borraccia

Nell’arco dei novanta minuti di gioco si registrò soltanto un faccia a faccia tra Coppi e Bartali, immortalato da fotografi e telecineoperatori. A differenza della mitica foto del passaggio della borraccia, datata 1952, l’immagine scattata sul campo di calcio non lasciava spazio a dubbi, mostrando il netto anticipo di Coppi sull’arrancante Bartali, con “l’arbitro” Meazza ad osservare divertito.

«La squadra rossonera ha maramaldeggiato», scrisse Lo Sport Illustrato del 19 gennaio ’50, commentando l’esito di quell’unico, irripetibile derby. L’arbitro Meazza fischiò la fine venti secondi dopo il tempo regolamentare. I ventidue in campo uscirono dall’Arena di Milano sorridenti e soddisfatti: ai poveri della città furono destinati gli otto milioni di lire dell’incasso.

Sergio Taccone