Cudicini, il Ragno Nero che fece impazzire i Red Devils

15 maggio 1969. Il Ragno Nero, con le sue prodezze, portò il Milan in finale di Coppa Campioni, eliminando il Manchester United di George Best.


Tra le migliori prestazioni in carriera di Fabio Cudicini c’è quella di Manchester in Coppa dei Campioni. Era il 15 maggio ’69. Contro i Red Devils il Milan disputò la semifinale di ritorno. La partita d’andata si era chiusa 2-0 per i rossoneri (Sormani e Hamrin i marcatori). Un buon risultato in vista del ritorno nella bolgia dell’Old Trafford.

Mister Busby poteva contare su una squadra che aveva in Charlton, Law e soprattutto, George Best le punte di diamante. In difesa agiva il mastino Nobby Stiles, un giocatore che incuteva paura con quel suo stile “da picchiatore” e una dentatura simile a quella che alcuni anni dopo i rossoneri avrebbero visto in Joe Jordan.

Nereo Rocco oppose il solito Milan: Anquiletti, Schnellinger e Rosato pilastri arretrati, Lodetti faticatore in mediana, Hamrin laterale con compiti offensivi, Sormani e Prati di punta e Rivera in cabina di regia.

Cudicini, parate a ripetizione

La partita, come da pronostico, si rivelò molto difficile. Gli inglesi partirono a mille, sperando di sbloccare subito il risultato. All’andata, in marcatura su Best, Schnellinger era stato a dir poco impeccabile, giocando sistematicamente d’anticipo con una serie di entrate in scivolata. Una strategia che il difensore tedesco confermò in terra inglese.

Si giocò sotto una pioggia insistente, quasi un diluvio, che non diede tregua ai giocatori per tutti i 90 minuti.

Per Cudicini, l’eventuale finale avrebbe rappresentato l’opportunità di centrare il primo grande successo della sua carriera. L’incitamento dei tifosi britannici fu assordante ed incessante. Ma il portiere triestino, classe 1935, non si fece condizionare. Le sue parate a ripetizione negarono al Manchester quel gol del vantaggio che avrebbe riaperto il discorso qualificazione.

Cudicini a terra, colpito da un oggetto in ghisa lanciato dagli spalti

Dagli spalti un oggetto in ghisa colpì il portiere

Le prodezze di Cudicini scatenarono i teppisti inglesi che dagli spalti lanciarono di tutto verso il numero uno milanista. In campo piovve persino un blocco di ghisa che colpì in testa il portiere, caduto a terra svenuto per alcuni minuti. Il dottor Monti e il massaggiatore Tresoldi rimisero a posto l’estremo difensore: un sorso d’acqua con sali minerali e una frase sussurrata all’orecchio da parte del medico milanista: “Ha detto il Paron de non sta’ a fare il mona e d’andare subito in porta”. Contro le belve britanniche, il Milan oppose la rabbia e l’orgoglio “casciavit”.


Ha detto il Paron de non stà a fare il mona e d’andare subito in porta


Al 25’ della ripresa, Charlton sbloccò il risultato, aumentando le speranze dei padroni di casa. I rossoneri alzarono le barricate e l’area milanista divenne il remake dell’assalto a Fort Apache. A Cudicini battuto, ci pensò Nello Santin a salvare il bunker rossonero dalla capitolazione, intervenendo sulla linea di porta. Gli inglesi gridarono al gol. L’arbitro fu inflessibile e fece proseguire, rischiando l’aggressione fisica. La palla non era entrata!

Il Ragno Nero in azione a Manchester

Un vero assedio inglese ma il Milan terrà botta

L’assedio divenne una corrida con Stiles che, onorando la sua fama di duro, picchiò gli avversari senza ritegno, che al confronto Beppe Furino e Romeo Benetti erano dei chierichetti. Un eventuale raddoppio sarebbe stato un colpo tremendo per il Milan.

Al centro dell’area, Gino Maldera allontanò di testa decine di palloni. Ma i cross continuavano a spiovere a ritmo incessante, trovando sempre pronta la contraerea difensiva milanista. Cudicini proseguì imperterrito con le sue parate-miracolo: una dietro l’altra, con strepitosa continuità. L’allenatore del Manchester lanciò alcuni anatemi verso l’insuperabile saracinesca vestita di nero.


Anatemi e maledizioni al portiere non sortiranno, per fortuna, effetto


In quella bolgia, persino Rivera lottò come un leone, smentendo ancora una volta la sua ingiusta nomea di abatino. Rosato disputò un partitone e all’altezza del compito fu anche il suo sostituto Santin. Al fischio conclusivo, i rossoneri arrivarono stremati ma in piedi e, soprattutto, con la qualificazione in tasca.

Fabio Cudicini, Ragno Nero come Jascin

“Sembravamo undici pugili colpiti e segnati dappertutto, come se ci avesse picchiato Monzon”, ricorderà molti anni dopo Fabio Cudicini, rievocando quella partita. La prova superlativa valse al portiere l’appellativo di “Ragno Nero”, denominazione già appartenuta al più grande dei numeri uno: il russo Lev Jascin.

Il Manchester United alzò bandiera bianca. In finale andarono i rossoneri che, due settimane dopo, liquidarono l’Ajax del giovane Cruijff, salendo sul tetto d’Europa sei anni dopo il trionfo di Wembley contro il Benfica.

Sergio Taccone