Gullit affossa la Juve: il ‘golpe’ di Berlusconi a casa di Agnelli – Gennaio ’88

Juventus-Milan 0-1. Il 10 gennaio del 1988, il Milan di Berlusconi, grazie ad un gol di testa dell’olandese Ruud Gullit, supera i bianconeri a domicilio dopo 18 anni. E’ la partita che sancisce metaforicamente un cambio radicale nella gerarchia del calcio italiano. Fabrizio Perotta, tifoso rossonero con quasi mille partite al seguito del Milan, ci racconta le emozioni di quella trasferta, la sua prima a Torino sul campo della Juve.

Di Fabrizio Perotta

A Torino si perde sempre. Che sia per merito della Juve, sfortuna o a causa di qualche episodio arbitrale avverso, il risultato è comunque il medesimo. La statistica data l’ultimo successo rossonero addirittura all’ottobre del 1970 con gol di Villa e Prati. Da allora solo sconfitte, salvo qualche episodico pareggio festeggiato con soddisfazione persino eccessiva. 

Torino, città monarchica per eccellenza, anche in era repubblicana resta governata da un re, senza trono forse ma parimenti potente e rispettato.  L’Avvocato Gianni Agnelli, massima espressione di una dinastia affermatasi grazie alla FIAT come assoluta protagonista nella ricostruzione dell’Italia post-bellica. Proprio la casa automobilistica torinese ha in primis indirizzato negli anni i flussi migratori da sud a nord.

GULLIT PORTA PALLA

Singolare però che anche nei periodi di maggiori conflitti sociali, i lavoratori delle fabbriche degli Agnelli sposassero la causa bianconera. Operai che tifano la squadra del padrone, per gli psicologi sindrome di Stoccolma. Unione Sovietica, in una sorta di socialismo reale toponomastico, è il viale alberato a collegare il quartiere Mirafiori con lo stadio Comunale. Tram carichi di tute blu che alla domenica si riempiono di tifosi e partecipazione alle vittorie come mezzo di integrazione in una città il cui cuore autoctono era, è e sarà sempre granata. 

Allo snobistico disincanto dell’Avvocato si contrappone l’irruenza e la voglia di vincere di Silvio Berlusconi. Dall’edilizia al moderno mondo dei network televisivi, la partita di oggi vuole essere anche un colpo di piccone all’ancien regime. Al di là di tutto questo, è anche la mia prima trasferta a Torino. 

L’emozionante sventolio di migliaia di sciarpe rossonere

L’autostrada si colora di rossonero. Ripetuti e beneauguranti colpi di clacson danno l’idea di un sentimento forte, un senso di appartenenza comune in vista di una partita che si percepisce essere decisiva per il futuro del Diavolo. Rito di passaggio.

Paragonato a San Siro, il Comunale mi appare vetusto, senza nemmeno quel fascino che le cose vecchie talora emanano. Anche i tabelloni pubblicitari alla sommità delle gradinate conferiscono un ulteriore tocco di provincialismo, nell’accezione più negativa del termine. Colpo d’occhio, comunque, spettacolare con migliaia di sciarpe rossonere, almeno ventimila, in ogni settore dello stadio. Un esodo da finale di coppa europea. 

Rush sbaglia, Gullit non perdona, Galli para: il golpe è riuscito

Esibiamo sin dal principio un armonioso gioco corale anche se per certi versi inconcludente. L’occasione più grande capita infatti alla Juve, sui piedi di Ian Rush, dopo un insolito errore del Capitano sulla tre quarti. Nella ripresa però torna in campo un Milan letteralmente trasformato. Pregevole cross di Tassotti, gran colpo di testa di Gullit con Tacconi che si supera- L’olandese può solo applaudire. Pressing finalmente asfissiante, collezioniamo calci d’angolo a ripetizione. Su uno di questi ancora cross del Tasso, Ruud è padrone dell’area e stavolta non perdona. Il Milan è in vantaggio. 

IL GOL DI TESTA DI GULLIT

Inaspettatamente, proprio dopo il gol, affiora la paura di vincere. Al contrario la Juve getta in campo tutto il suo orgoglio. Prima Cabrini sfiora il pareggio, poi Baresi salva sulla linea un colpo di testa di Bonini a portiere battuto.  Novantesimo e dintorni quando Ian Rush si trova solo davanti a Giovanni Galli. Il centravanti gallese, per anni a Liverpool infallibile cecchino, vive un momento difficile. È il bivio della sua stagione: inferno o paradiso, condanna o espiazione. Il portiere rossonero si oppone con successo per una parata che vale un gol. Finisce così. Dopo quasi 18 anni il Milan batte la Juve a domicilio in occasione della mia prima volta a Torino. Predestinato. 

NIENTE DA FARE PER IAN RUSH: CON GALLI NON SI PASSA!

In sala stampa un raggiante Berlusconi rende onore alla rivale pur non riuscendo a nascondere la grande soddisfazione per il risultato. È chiaro a tutti che non si tratta solo di una vittoria ma di un vero e proprio revirememt nella gerarchia del calcio italiano. È il golpe del Milan di Silvio Berlusconi proprio a casa Agnelli. Il re è morto, evviva il re.