I sogni di Gianni Rivera nel capodanno di 60 anni fa

In un’intervista alla Gazzetta, il numero dieci rossonero delineava le aspettative per l’anno 1963

“Quel che chiedo al nuovo anno? La Coppa dei Campioni”. Intervistato da Alberto Ballarin (La Gazzetta dello Sport), il numero 10 milanista, diciannovenne, delineava le sue aspettative per il 1963. “Questo scudetto mi è molto caro, desidererei tanto poterlo conservare. Poi la Coppa dei Campioni: avessi trovato la garanzia sotto l’albero che vinceremo la Coppa, sarei veramente molto felice”. E al giornalista che gli chiedeva di scegliere tra coppa e campionato, Rivera precisava: “Dovrei provare prima di decidere. Di certo non auguro cose negative alle rivali, all’Inter e al Bologna. Che gusto ci sarebbe a vincere se il successo dovesse essere offuscato da cose di questo genere? Non augurerei mai uno strappo a Sivori. Non mi lamento della fortuna avuta finora in campo calcistico, vorrei che continuasse su questo metro anche se diventa più difficile ogni volta, per un sacco di ragioni, giocare bene”. Già allora accostato, nonostante la giovane età, a Peppino Meazza e Juan Alberto Schiaffino, il campione alessandrino non dimenticò di inserire la Nazionale tra i suoi desideri del nuovo anno.

“Tengo alla Nazionale come alla Coppa dei Campioni. Sogno una finale Italia-Brasile ai Mondiali del 1966 e sogno di essere il migliore in campo e segnare il gol decisivo“. Immancabile il pensiero verso i tifosi. “Mi piace sapere che occupo un posto nelle considerazioni dei tifosi che mi vengono attorno per farmi i complimenti o battermi la mano su una spalla”. L’anno nuovo esaudì uno dei desideri palesati da Gianni Rivera in quella intervista: la Coppa dei Campioni, conquistata nella finale di Wembley contro il Benfica di Eusebio. In quanto alla Nazionale, la finale mondiale Italia-Brasile arrivò nel 1970 e Rivera ne venne ignominiosamente escluso, tranne nei famigerati sei minuti finali.