Il Paron, confidando nella riapertura delle frontiere, aveva espresso le sue preferenze, purtroppo però non fu possibile inserire in squadra ulteriori giocatori stranieri. Una eventualità che si realizzerà solo molti anni dopo, nel 1980.
di Sergio Taccone
Haan, Neeskens, Krol e il barbuto Hulshoff, sognando persino il giovane Cruyff. Obiettivi che Nereo Rocco aveva messo nel mirino per potenziare il suo Milan, sperando nella riapertura delle frontiere dopo la conquista del campionato europeo da parte dell’Italia di Valcareggi. Il fallimento azzurro nel Mondiale inglese del 1966 aveva determinato la chiusura ai giocatori stranieri. Due anni dopo, nel 1968, con la conquista del titolo continentale, si avviarono tentativi di riammissione. Artemio Franchi, presidente della Figc dal ’67, pressato soprattutto da Italo Allodi, considerò molto probabile la riapertura delle frontiere già entro la fine del 1968.

L’idea era di consentire al massimo il tesseramento di un paio di giocatori stranieri per squadra. Si mosse anche il Milan, fresco di conquista del nono scudetto e della Coppa delle Coppe, con l’intento di potenziare la squadra che, intanto, si preparava a tentare la scalata alla seconda Coppa dei Campioni. Della rosa rossonera facevano già parte il tedesco Karl Heinz Schnellinger e lo svedese Kurt Hamrin (Angelo Sormani e Antonio Angelillo avevano ottenuto da anni la nazionalità italiana). La società milanista, presieduta da Franco Carraro, su suggerimento di Rocco, tornato sulla panchina del Milan nell’estate ‘67, seguì soprattutto la rotta tra Amsterdam e Rotterdam.
Cruyff, Krol, Haan ma anche Neeskens e Kindvall
Gli obiettivi messi nel mirino furono il ventunenne Johan Cruyff, Ruud Krol (19 anni) e Arie Haan (20 anni) dall’Ajax, Johan Neeskens, diciassettenne promessa del Racing Club Heemstede e lo svedese Ove Kindvall, attaccante di 25 anni del Feyenoord. Il Paron avrebbe gradito, in alternativa, anche Barry Hulshoff, classe 1946, difensore dei lancieri di Amsterdam. Il sogno del Paron era di affiancare a Gianni Rivera, nel pieno della sua carriera, uno tra Crujff e Neeskens, potenziando il reparto difensivo con Krol, vero e proprio regista arretrato. Rinforzi che avrebbero permesso al Diavolo di aprire un ciclo ben più lungo rispetto al biennio ‘68/69.

Il pallone racconta, inoltre, di alcuni tentativi dell’Inter di arrivare a Pelè e Beckenbauer, quest’ultimo associato per qualche tempo anche al Milan. Le frontiere sarebbero rimaste chiuse e ogni speranza confinata nel campo dei sogni irrealizzabili. La riapertura sarebbe arrivata dodici anni dopo, nel 1980, periodo in cui i calciatori stranieri tornarono a giocare in serie A.

Johan Cruyff avrebbe indossato la gloriosa maglia rossonera nel giugno 1981, a 34 anni compiuti e soltanto per un tempo, nella prima partita del Mundialito Clubs disputato a San Siro, con il Milan appena promosso in Serie A dopo una stagione di lavacro purificatore nel campionato cadetto. “Ad ogni tocco di Cruyff quel giorno a San Siro partiva un applauso – ha ricordato anni dopo Mauro Tassotti -. Una scena indimenticabile”. Il sogno di vedere Johan Cruyff in maglia rossonera rimase racchiuso in quei malinconici 45 minuti di gara.

Giornalista e milanista Doc, tra i maggiori conoscitori della storia rossonera, è autore di 13 libri sul Milan. Con Storie Rossonere ha pubblicato tra gli altri: Joe Jordan – Lo Squalo del Milan; Le stagioni del Piccolo diavolo; Milan 3000 e il Grenoli. Ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli nel 2009 e il premio Coni Letteratura Sportiva nel 2011. Più volte nella Top Ten Amazon nella categoria libri di sport.