Iron Mike, il paratutto del diavolo

Classe 1995, originario della Caienna, è il leader del Milan di Pioli semifinalista di Champions League

di Sergio Taccone

Tanto ci pensa Mike! Un refrain molto caro ai tifosi milanisti che anche nella sfida di ritorno dei quarti di Champions, al Maradona di Napoli, hanno avuto l’ennesima conferma: Maignan è un fuoriclasse, la saracinesca vivente, la sicurezza fatta portiere. Pochi interventi ma risolutivi e decisivi. Il rigore respinto a Kvaratskhelia ha negato al Napoli il “serrate” nella decina di minuti rimasti prima dell’epilogo. In caso di pareggio, il Milan avrebbe rischiato l’assedio a Fort Apache, con conseguenze molto rischiose in caso di prolungamento dell’incontro ai tempi supplementari.

Ma “Kvaradona” (paragone blasfemo) è stato ipnotizzato dal portiere francese che ha respinto nel modo migliore, direttamente in calcio d’angolo, impedendo così eventuali ribattute. Ed ancora: uscite con magistrale scelta di tempo, ulteriori parate su palloni sporchi arrivati verso la porta rossonera. Maignan come Kamioka, l’insuperabile portiere, rivale di Shingo Tamai in “Arrivano i Superboys”, cartone animato cult degli anni 70, trasmesso in Italia nel decennio successivo. La serie di prodezze di Iron Mike, dal peso specifico altissimo, continua a crescere.

Tra gli artefici del diciannovesimo scudetto del Milan, da quando è tornato disponibile è stato l’uomo in più a Londra contro il Tottenham, con una parata strabiliante in zona Cesarini a negare alla squadra di Antonio Conte di prolungare la sfida all’extra time. E poi i capolavori contro i partenopei: dalla mano sinistra che toglie dall’incrocio il tiro di Di Lorenzo nel finale della partita d’andata agli interventi da campione compiuti allo stadio Maradona.

Classe 1995, nato a dieci ore di volo dall’Europa, nella Guyana francese, Mike Peterson Maignan ha tutto per contrassegnare un’epoca calcistica come miglior interprete del ruolo del portiere. A volerlo tra i pali, spostandolo dal suo originario ruolo di centrocampista, è stato Ramon Damiano, uno dei suoi primi allenatori, colpito dall’atletismo, dai riflessi e dall’abilità in uscita del ragazzo. Il suo passato a centrocampo gli è servito per affinare la tecnica con il pallone tra i piedi. Come il capitano di una celebre canzone di Francesco De Gregori, Mike non tiene mai paura. Sin dall’infanzia si è trovato ad affrontare le salite dell’esistenza, crescendo con la madre, due sorelle e il patrigno e senza mai conoscere il padre.

Ai tempi del Psg, che non lo farà mai esordire in prima squadra, Mike Maignan ricevette i complimenti di Ibra. “Disse che aveva apprezzato la mia personalità”, dirà il portiere in un’intervista a France Football. I tifosi del Lilla lo ricordano come uno dei protagonisti del titolo francese nel 2021. Sulla sponda rossonera, nessuno ha rimpianto la partenza di Gigio Donnarumma. Anzi, viene vista come una benedizione, avendo consentito al Milan di ingaggiare l’asso francese. Dal 18 aprile 2023, Maignan è diventato anche l’incubo dei tifosi del Napoli.

Un campione che sta contribuendo al sogno europeo milanista. Se dopo sedici anni il diavolo è tornato a disputare la semifinale di Champions, buona parte del merito è da ascrivere a Mike Maignan, il fuoriclasse della porta rossonera.