L’idea ‘pazza’ di Fellini: il ‘Paron’ attore in Amarcod

Nel 1973, Federico Fellini pensò di affidare a Nereo Rocco la parte del padre di Titta in Amarcord, uno dei capolavori del maestro del cinema.

Il Paron rimase piuttosto sorpreso. Il giornalista Oreste Del Buono accompagnò Rocco all’appuntamento con il regista romagnolo per discutere dell’idea di Fellini. Un incontro che precedette di pochi giorni un delicato impegno esterno del Milan, in campionato, sul campo del Bologna. Appuntamento fissato all’albergo Baglioni della città felsinea. Fu un “incontro cordiale ed impacciato”, secondo la definizione di Del Buono. “Di fronte due persone che si rispettavano ma non riuscivano a dirsi molto perché per reciproco rispetto rinunciavano all’abituale istrionismo che li faceva affascinatori di masse”.

NEREO ROCCO CON LA COPPA CAMPIONI E L’INTERCONTINENTALE VINTE NEL 1969

“Il Paron sarebbe stato un padre eccezionale in Amarcord – aggiunse Del Buono – nessuno avrebbe potuto posare meglio di lui. E lo dissi a Nereo mentre rientravamo a Milano”. Il mister rispose che “Fellini è uno che ci sa fare”. Il pensiero del Paron, tuttavia, era per la partita di campionato contro il Bologna, trasferta delicata di una stagione che si sarebbe conclusa in modo nefasto, con l’epocale disfatta di Verona. Al Dall’Ara andò male. I rossoblù s’imposero 3-2 con reti di Ghetti in apertura, raddoppio di Savoldi su rigore e terzo gol di Novellini allo scadere del primo tempo. Nella ripresa, Rivera accorciò le distanze dopo un quarto d’ora e, a tre minuti dalla fine, Chiarugi segnò il secondo gol. Una sconfitta che permise alla Juventus, corsara a Milano contro l’Inter, di operare l’aggancio dei rossoneri in testa alla classifica alla penultima di andata.

Nereo Rocco rifiutò la proposta. Il set del Paron sarebbe rimasto solo il campo di calcio

“Cinema? E’ quello che abbiamo fatto in campo”, disse il Paron con l’aria imbronciata del padre severo, deluso dal rendimento di scolaro svogliato del figlio. Rocco e Del Buono condivisero un brindisi. “Mi sarebbe piaciuto accettare la proposta di Fellini – disse Rocco – ma non ho più l’età per fare il padre. Al massimo potrei fare il nonno. Il nonno di tutti…”. Rocco rifiutò la proposta. “No, grassie sior Fellini”. Una rinuncia dovuta, soprattutto, agli impegni del Milan in coppa e campionato. “Peccato – dirà il grande Federico – nel padre di Titta io volevo un uomo burbero, sentimentale, romantico, antifascista, rozzo ma simpatico. Rocco era il personaggio giusto”. Ma il set del Paron era e rimase solo il campo di football. Il ruolo di Aurelio, il padre di Titta in “Amarcord”, andò ad Armando Brancia.

Sergio Taccone