“Road to 1000. Le mie finali” è il libro d’esordio di Fabrizio Perotta, tifoso rossonero in servizio permanente effettivo, con oltre mille partite “live” nel suo palmares milanista, tra cui otto finali di Champions League, la gloriosa Coppa dei Campioni. Una vita, quella di Fabrizio Perotta, avvocato per professione, milanista per passione, scandita dalle vicende della sua squadra del cuore in maglia rossonera.

Nato nei primi anni 70, Perotta ha forgiato il suo spirito “casciavit” passando dalle annate del “piccolo diavolo” che sbadilava nella provincia cadetta. La prima delle oltre mille partite viste a San Siro fu un Milan-Lazio del maggio 1981, durante il primo lavacro purificatore del Milan in B. Nel suo libro – “Road to 1000. Le mie finali” – Perotta apre la porta delle sue memorie di cuoio rossonere più esaltanti: quelle delle otto finali del trofeo dalle grandi orecchie da lui viste allo stadio. Un pellegrinaggio degno della cattedra universitaria in milanismo: Barcellona ‘89, Vienna ‘90 e ‘95, Monaco di Baviera ‘93, Atene ‘94 e 2007, Manchester 2003 e Istanbul 2005.
Il suo bilancio è in attivo: 5 vittorie e 3 sconfitte. Al top c’è la trasferta dell’esodo biblico milanista a Barcellona (maggio 1989), con la città catalana invasa e colorata di rossonero, Nou Camp compreso. La partita perfetta della squadra perfetta. Vetta assoluta nella storia del calcio. I palleggiatori della Steaua Bucarest, temuti da Gianni Brera, ridotti a compagine oratoriale, con Arrigo Sacchi e i suoi giocatori transitati, seduta stante, dalla cronaca alla leggenda.

Tra le pagine, contrassegnate da un linguaggio scorrevole e privo di fronzoli, Perotta fa rivivere quei giorni, indelebili per ogni tifoso rossonero. Non mancano anche i dettagli personali, compresa una firma sul libretto delle giustificazioni, “da consumato falsario”, per arrivare alla Malpensa e salutare la squadra in partenza verso Madrid, nell’aprile ‘89. La prima finale è come il primo amore: non si scorda mai. Dalla “brutta faccenda” in salsa napoletana, che aveva ricacciato in B il Milan, al trionfo di Barcellona sono passati appena sette anni.
Il tour europeo del bustocco Fabrizio Perotta è passato due volte da Vienna, tra la gioia per il successo contro il Benfica firmato Rijkaard (con tocco da campione di Van Basten) e la sconfitta al cospetto dell’Ajax a distanza di un lustro. Il 1993 è l’anno della grande delusione per la sconfitta contro il Marsiglia, l’ultima volta con il Cigno di Utrecht in campo. Un cammino di sole vittorie, finale a parte. A festeggiare furono i chiacchierati francesi, tra le note di Jump dei Van Halen.

Un anno dopo, ad Atene, fu di nuovo apoteosi, con il Barcellona di Cruijff spazzato da un poker di reti, Romario annullato e trionfo del Milan di Capello, con capolavoro del “genio” Savicevic nella ripresa. “La notte perfetta”, scrive Perotta. Manchester, a fine maggio del 2003, ospitò la finale tutta italiana: Milan-Juventus. L’autore del libro ci porta agli attimi finali: dopo il rigore decisivo di Sheva, “una strana sensazione di benessere, difficile da descrivere” pervade i milanisti. Perotta maneggia con grande sapienza anche termini d’alto lignaggio linguistico: “aponia e atarassia, l’epicureo fine della vita”. Molti tifosi rossoneri, quella sera, trovarono il loro centro di gravità permanente.
Due anni dopo, dalle stelle alle stalle: Istanbul 2005 è un buco nero. La risalita – dopo la discesa ardita – giungerà due anni dopo. E sarà rivincita contro il Liverpool per la settima Champions rossonera. Nessuno come il Diavolo in Italia, solo il Real Madrid meglio del Milan in Europa. La storia siamo noi (trofei alla mano), nessuno si senta offeso. Ad Atene, quel 23 maggio 2007, Fabrizio Perotta era nella porzione di tribuna verso cui Pippo Inzaghi corse all’impazzata dopo il primo gol. A stretto contatto con l’eroe di quella serata. L’ottava finale dell’avvocato di Busto Arsizio che ha trasmesso la sua passione rossonera anche alla figlia Benedetta.

Il libro “Road to 1000. Le mie finali” di Fabrizio Perotta è insomma il racconto personale di un tifoso milanista che ha vissuto in prima persona oltre mille partite del Milan, comprese otto finali di Champions League. Attraverso le sue memorie, l’autore ripercorre le emozioni, le gioie e le delusioni vissute negli stadi d’Europa seguendo la squadra rossonera, con aneddoti personali e dettagli storici sulle partite più importanti.
Il libro, un vero e proprio viaggio nella storia recente (e meno recente) del Milan, scritto con passione e arricchito da esperienze dirette, sta avendo ottimi riscontri in termini di vendite. Parte del ricavato sarà devoluto a favore di associazioni operanti nel sociale. Chapeau, avvocato rossonero!