Operazione Rivera, quando il Golden Boy diventò rossonero

Il futuro Golden Boy fu preso dal Milan nel 1959, in comproprietà dall’Alessandria. La società rossonera lo riscatterà un anno dopo. Decisivo il ruolo di Franco Pedroni, ex giocatore milanista nonché allenatore dell’Alessandria, e di Liedholm.

Correva l’anno 1959 quando il Milan acquisì il 50% del cartellino di Gianni Rivera, giovanissimo giocatore in forza all’Alessandria, riscattato dalla società rossonera l’anno successivo. Franco Pedroni, ex giocatore milanista, diventato allenatore all’Alessandria, non ebbe dubbi puntando tutto su quel ragazzino. «Se non mandiamo in campo questi talenti, possiamo chiudere baracca e burattini. Io tento», ripeteva Pedro.

GIANNI RIVERA CON LA MAGLIA DELL’ALESSANDRIA

E il 1 aprile del 1958, Robotti e Pedroni chiamano in disparte Gianni Rivera e gli dicono: «Senti, domani l’Alessandria gioca una partita amichevole contro gli svedesi dell’Aik. Ti sentiresti di giocare? Guarda, noi ti proviamo, se vai bene hai conquistato un posto al sole». Rivera non ha ancora quindici anni. Li compie in agosto. Ma, a 15 anni, è già uomo e nel calcio, a quel livello, è già un “mostro”.

Ad Alessandria sono convinti che per la partita verranno parecchi “osservatori” di grandi squadre. E’ il miglior modo per lanciarlo, tanto più che avversari sono degli svedesi, gente che gioca il calcio e che lascia giocare. È la migliore occasione. Rivera pensa che sia un “pesce d’aprile” e non ci crede. Per cui dice di sì, ma evasivamente. La notte dorme come un ghiro, anziché star sveglio per l’emozione. L’indomani si presenta al “Moccagatta” e Robotti e Pedroni gli dicono: «Forza, spogliati, che aspetti? Giocherai mezz’ala sinistra». Rivera gioca ma non incanta. L’emozione? Forse. Ma ha soltanto quindici anni.

«A quindici anni non giocavo come lui. Quello è veramente un fenomeno», dirà Silvio Piola dopo aver visto all’opera Rivera. «Il ragazzo è bravo – disse il commendator Angelo Moratti – però con quel fisico, chi si fida?». Il presidente interista decise allora di far seguire continuamente il ragazzo. Una scelta che non andò giù a Pedroni: «Rivera andrà al Milan, lo voglio portare lì. Ho già parlato con Gipo Viani».

Con Pepe Schiaffino appena arrivato al Milan

Operazione Rivera, Nils Liedholm convince Gipo Viani

Il provino con i rossoneri si svolse il 20 maggio 1959. La domenica precedente, il 17 maggio, il gioiellino di Valle San Bartolomeo, classe 1943, nella partita tra Alessandria e Torino aveva rifilato una tripletta ai granata. «Il ragazzo c’è stato chiesto da altre squadre, non perdete l’occasione, io voglio che venga al Milan», disse Pedroni. Telegrafica la risposta di Viani: «Ci vediamo mercoledì al campo di Linate».

Riso all’inglese, filettino e frutta cotta a pranzo e alle 15 già presenti al campo dal terreno di gioco duro e spelacchiato. Gianni arrivò con scarpe da calcio sgaualcite, esauste dopo tante partite giocate, dalla tomaia quasi consumata ed i tacchetti alla fine. Pioveva a dirotto quel giorno. Nel Milan ci sono Schiaffino e Liedholm. Rivera agisce come mezz’ala. Gipo resta in macchina per non bagnarsi, concentrato sulla prova del ragazzino.

Rivera in una foto del 1969, anno in cui vinse la Coppa dei Campioni, l’Intercontinentale e il Pallone d’oro

Alla fine si consulta con Schiaffino. A non avere dubbi fu Liedholm che anni dopo racconterà così quello che successe quel giorno a Linate. «Il ragazzino mi aveva impressionato. Sentì Viani che parlava con qualcuno ma continuava a dire che ne era rimasto impressionato a metà. Diceva che aveva piedi buoni ma il fisico non lo convinceva. Viani chiese il mio parere ed io risposi: sì, è vero, il fisico e gracile ma sa giocare al calcio».

L’insistenza di Liedholm convinse Gipo Viani a stipulare il contratto. Il Milan stava per acquistare un campione. Il presidente dell’Alessandria, Amedeo Ruggiero, si recò a Milano il 18 luglio 1959 per incontrare il massimo dirigente del Milan, Andrea Rizzoli, nella sede di via Andegari. Accordo stipulato per la comproprietà del giocatore al 50% valutata 5 milioni di lire.

Il ragazzo avrebbe indossato la maglia rossonera dalla stagione 1960/61 con accordo tra le due società per la cessione a titolo definitivo del giocatore. Pedroni e Liedholm furono gli artefici principali dell’approdo al Milan di Rivera insieme all’indecisione dei dirigenti dell’Inter.

Fu così insomma che il futuro Golden Boy divenne rossonero. Il Milan si era assicurato un indiscusso campione: primo Pallone D’oro italiano, uno dei migliori giocatori italiani di sempre e tra i più grandi numeri 10 della storia di questo sport.