‘Pipetta’ Garbutt: il primo allenatore professionista

Ricordo del tecnico che guidò il Milan degli anni 30, rimasto nella storia del calcio italiano.


L’inglese William Thomas Garbutt, considerato “uno dei padri del calcio italiano”, nasce il 9 gennaio 1883. Figlio di un falegname di Stockport, sobborgo nei pressi di Manchester, guidò il Milan a metà degli anni 30, sfiorando il titolo italiano dopo essere subentrato a Baloncieri.

Da calciatore era stato un’ala destra e aveva indossato le maglie di Reading, Woolwich Arsenal e Blackburn. Debuttò nel 1911 in nazionale per poi ritirarsi, pochi mesi più tardi, dopo un grave infortunio. Intraprese la carriera di allenatore. Il suo metodo di lavoro si basava su un combinato di  preparazione fisica, esercizi continui sui fondamentali, con o senza pallone, e docce “calde” nello spogliatoio.

Nel football italiano introdusse un concetto nuovo: il professionismo. Garbutt curava gli allenamenti e seguiva il calciomercato. Fu lui a portare Renzo De Vecchi, “il figlio di Dio”, dal Milan al Genoa.Per convincerlo, non potendo remunerarlo, lo trasferirono come impiegato della Banca Commerciale dallo sportello di Milano a quello di Genova.

Mister Pipetta Garbutt

Con i rossoblù vinse tre titoli italiani, l’ultimo nel 1924. Dopo la conquista del campionato spagnolo con l’Athletic Bilbao, il 6 dicembre 1936 cominciò la sua parentesi rossonera affrontando il Genoa. Un esordio col botto, impreziosito da un gol del nuovo acquisto Remo Cossio che permise al Milan di espugnare il Ferraris. “Pipetta” Garbutt diede continuità alla squadra.

A sei giornate dalla fine, il diavolo si ritrovò secondo ad appena due punti dal Bologna capolista. Sembrò il momento giusto per tornare a vincere il titolo, vanificato da una flessione nelle ultime partite che portò la squadra a chiudere al quarto posto.

La sua ultima partita sulla panchina rossonera fu la semifinale di Coppa Italia persa contro il Genoa ai supplementari.

Osteggiato dal regime fascista, durante il secondo conflitto bellico venne arrestato e confinato. Il 13 maggio 1944, una bomba aerea americana uccise per errore sua moglie Anna, sepolta sotto false spoglie al cimitero Piratello di Imola. Dopo la perdita della consorte, Garbutt si chiuse nel silenzio solitario della sua modesta casa di Warwick. Muore il 16 febbraio1964, in solitudine. Le sue ceneri vennero sparse in un’aiuola di rose chiamata “Il posto degli innamorati”.

(Questa e tante altre storie fanno parte della raccolta “Milan 120”, di Sergio Taccone, Assist Edizioni, 2019)