Quel sabato di Pasqua che profumò di Stella

Il 14 aprile 1979, sabato di Pasqua, i rossoneri vinsero a Torino contro i granata: all’orizzonte si intravedeva il decimo scudetto, quello della Stella.

Dopo il pareggio di Perugia contro la seconda in classifica, il Milan si ritrovò ad affrontare in trasferta il Torino guidato da Gigi Radice, reduce dalla vittoria al San Paolo (gol di Iorio) che lo poneva a tre lunghezze dai rossoneri. Il sabato di Pasqua fu una partita molto difficile per il diavolo, l’ultima salita ripida prima di scollinare verso lo scudetto della Stella. I granata erano costretti a vincere per riaprire la corsa al vertice. Eraldo Pecci invitò i suoi a crederci. “Stagione strana, ogni domenica un piccolo terremoto in classifica, senza una squadra capace di dettar legge. Chi insegue – disse Pecci – deve rodersi il fegato per aver gettato tante occasioni”.

La proverbiale flemma di Liedholm

Alla vigilia della partita la società granata confermò in panchina Radice anche per la stagione successiva. L’ottima prova di Napoli diede al Toro grandi motivazioni pur dovendo rinunciare a Paolino Pulici, fuori causa per infortunio.

Sull’altro fronte, Liedholm recuperava Chiodi e Collovati, partendo con più serenità per il ritiro di Valle Benedetta, nell’Astigiano. Occorreva una prestazione come quella di Perugia, con un pizzico di determinazione in più in attacco. “Un pari sarebbe importante, vincere ancor più per affrontare l’ultimo tratto stagionale con più serenità”, aggiunse Liedholm con la consueta flemma prima di salire sull’autobus.

Fu una vigilia di Pasqua strepitosa per i tifosi milanisti. Liddas schierò Albertosi, Collovati, Maldera, De Vecchi, Morini, Baresi, Antonelli, Bigon, Novellino, Buriani e Chiodi. Allo stadio Comunale, non senza pesanti contestazioni verso l’arbitro romano Lattanzi, il Milan vinse 3-0. Tutto si delineò nel finale della prima frazione con una prodezza “stile Liedholm” di Bigon (41’) e un rigore di Chiodi (43’). Toro ko!

Così scriveva la Gazzetta

I granata più volte sfiorarono il vantaggio ma fu Bigon a chiudere i conti

Eppure, fino a quel momento, erano stati i padroni di casa a sfiorare il vantaggio, compreso un rigore non concesso per intervento di Giorgio Morini su Iorio al 25’: l’arbitro lasciò correre e una parte della recinzione della curva cedette, sotto la spinta di alcuni tifosi granata, inviperiti per la decisione del direttore di gara. Dovettero intervenire i poliziotti, armati di fucili porta candelotti, per ripristinare la calma, coadiuvati dai dirigenti del Torino. Al ritorno in campo, Paolino Pulici calmò i tifosi più esagitati. Il terzo gol di Bigon, migliore in campo, chiuse i conti.

Il primo gol di Bigon

Alla fine, tutti negli spogliatoi dal sottopassaggio della curva ospite. Fuori si consumò persino un tentativo di aggressione nei confronti di Beppe Viola, impegnato nella realizzazione dei servizi per la Rai. A quattro giornate dalla fine, l’unica in grado di impensierire il Milan fu il Perugia, vittorioso contro il Napoli.

Due lunghezze continuavano a separare le due squadre a quattro giornate dalla fine (la vittoria valeva allora due punti). “Addio campionato, così povero, così avaro di certezze, valori e sorprese”: l’incipit di Giovanni Arpino fu la chiosa finale al turno pasquale della serie A 1978/79. Dal prato torinese, il Milan uscì con un pezzo significativo di Stella cucita sul petto.

Sergio Taccone

Per le foto si ringrazia il sito 70 MILAN raggiungibile a questo link