Spartak Mosca-Milan: la partita nel fango

Racconto di una trasferta del dicembre ’75 in riva al Mar Nero con il Diavolo che, pur sconfitto 2-0, passò ai quarti di Coppa Uefa. Un match divenuto celebre più che per il risultato, per le condizioni al limite della praticabilità del campo di gioco. (Di Sergio Taccone)

Dicembre 1975. Nel terreno fangoso di Soci, città della Russia meridionale, sulle rive del Mar Nero, il Milan subisce una sconfitta indolore che non intacca la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Uefa. Tre giorni dopo il successo nel derby d’andata di campionato, la squadra rossonera passa il turno europeo capitalizzando il 4-0 inflitto all’andata ai sovietici.

L’impraticabile campo di Mosca obbliga le squadre a spostarsi allo stadio Centralni, nel territorio di Krasnodar, impianto inaugurato nel ’67. Anche questo tuttavia non gode di condizioni ottimali essendo invaso dal fango.

L’allenatore rossonero, Giovanni Trapattoni, coadiuvato da Nereo Rocco, nelle vesti di direttore tecnico, schiera Albertosi tra i pali e un reparto difensivo composto da Anquilletti e Sabadini terzini, Turone libero, Bet stopper e Aldo Maldera laterale.

MAGLIE SPORCHE DI FANGO PER BENETTI, ANQUILLETTI, TURONE

Nevio Scala è stato fermato da un attacco di dissenteria. Sulla linea mediana agiscono Biasiolo e Villa, a capitan Benetti vengono affidati i consueti compiti di interdizione, Calloni è il centravanti con Bigon a supporto.

Il tecnico dello Spartak, Gulyaev, presenta una formazione spiccatamente offensiva nel tentativo di scardinare prima possibile la retroguardia milanista. Per passare il turno i padroni di casa dovranno scalare la Cima Coppi.

UN ALBERTOSI INFANGATO LASCA IL CAMPO DI GIOCO

Tra i punti di forza dello Spartak spicca Evgeny Lovchev, classe 1949, in forza alla squadra moscovita dal ’69, un centrocampista capace di adattarsi anche da difensore, rivelatosi nel ’74 come uno dei migliori giocatori del campionato sovietico. Trapattoni lo affida alle cure del fidato Sabadini.

La squadra di casa schiera in attacco Michail Bulgakov, omonimo dello scrittore, si diceva fosse un parente dell’autore de “Il Maestro e Margherita”, un giocatore di 24 anni che, dopo aver iniziato nel Trudovye Rezervy di Kursk, sua città natale, nel 1970 è passato allo Spartak Mosca rimanendovi per un decennio.

Altro elemento di spicco della squadra moscovita è il guardiapali, Aleksandr Prokhorov, ventinovenne, eletto miglior portiere del massimo campionato dell’Urss nel biennio 1974-’75.

Una partita tra il fango russo in un campo quasi impraticabile

Prima della contesa sul terreno di gioco fangoso, la comitiva milanista si concede una vigilia rilassata in giro per la città di Soci. Volti sorridenti, a partire dal Paron e dal Trap, grazie al largo vantaggio accumulato nella partita d’andata a San Siro.

SCAMBIO DI DONI TRA I CAPITANI

Oltre al consueto passaggio di gagliardetti prima del fischio iniziale, i due capitani si scambiano un dono a testa: Benetti regala due bottiglie di vino delle “Cantine Romeo”, l’omologo russo risponde con una matrioska.

La partita non decolla, il terreno di gioco, oltremodo pesante, obbliga i giocatori ai salti mortali per non perdere l’equilibrio. Esiguo lavoro da sbrigare per Albertosi, un paio di parate non difficili. Poco incisivo il Milan in fase d’attacco. Un’ottima occasione capita tra i piedi di Benetti: tiro centrale bloccato da Prokhorov.

Bet, infortunato, nella ripresa lascia il posto a Gorin. Al quarto d’ora Viktor Papaev sblocca il risultato con un tiro dalla distanza che il claudicante Albertosi, condizionato da una botta alla schiena rimediata nella prima frazione, non riesce ad intercettare. La difesa rossonera regge. Sabadini e Anquilletti fanno buona guardia sulla fasce. Il raddoppio di Lovchev (colpo di testa su cross di Osianin) serve solo alle statistiche.

CALLONI DOLORANTE TRA IL FANGO SI TIENE LA CAVIGLIA

C’è una foto che sintetizza meglio di qualsiasi altra cosa la trasferta in terra russa: Calloni dolorante a terra, in mezzo al fango, dopo un colpo alla caviglia sinistra. Egidio sembra un guerriero crociato ferito durante la difesa di San Giovanni d’Acri. L’immagine con il centravanti rossonero è il simbolo di un Milan capace di resistere in condizioni difficili.

Sporca di fango anche la maglia gialla di Ricky Albertosi che esce dal campo dolorante alla schiena e con una gamba stirata. L’avventura rossonera nella Coppa Uefa 1975/76 si fermerà nel turno successivo, non senza recriminazioni, contro i belgi del Bruges.