Gianni Rivera, il Bar Annovazzi e l’intervista con Oriana Fallaci

Una storia di sessant’anni fa che vi raccontiamo in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’ex Golden Boy, bandiera rossonera mai ammainata dai cuori dei tifosi.

di Sergio Taccone

Agosto ‘63. In viale Umbria, al civico 76, il Bar Annovazzi era un ritrovo assiduo di milanisti, con la possibilità di scambiare due chiacchiere con l’ex leone rossonero diventato allenatore dell’Innocenti, una squadra impegnata nel campionato di Promozione. Un bar pieno di tifosi che, sera dopo sera, tra un caffè e l’altro, parlavano del Milan.

Annovazzi non nutriva dubbi sul rendimento di Amarildo e il ritorno ai livelli abituali di Altafini, definendo il portiere Balzarini una sicurezza, palesando preferenze speciali per il giovane Santin ed evitando commenti a proposito di Gipo Viani.

Il giornalaio, Rinaldo Magri, si disse certo della forza del Milan per la stagione 1963/64 che avrebbe visto i rossoneri in Europa con i gradi della squadra detentrice della Coppa dei Campioni, conquistata a Wembley tre mesi prima. Non mancarono le ritrosie su mister Carniglia ritenendo il ventenne Gianni Rivera come “un superasso”.

L’ultimo a parlare tra i clienti del bar di viale Umbria fu Riccardo Franzini, detto “il terribile”, che non ebbe dubbi: «Abbiamo due maghi, Rivera e Altafini. Vinceremo lo scudetto e la Coppa Campioni».

Andrea Rizzoli aveva lasciato la società dopo nove anni di presidenza, consegnandosi alla storia del Milan con un bilancio di quattro scudetti, una Coppa Latina, la Coppa dei Campioni e il centro sportivo di Milanello. Al suo posto Felice Riva che invece farà parlare di sè, purtroppo, soprattutto per aspetti extra calcistici. Nereo Rocco era passato al Torino.

Il 18 agosto ‘63, ad Asiago, si disputò una partitella in famiglia: Milan A contro Milan B. Nella formazione A vennero schierati Barluzzi, Zagatti, Bravi, Lodetti, Pelagalli, Sani, Mora, Rivera, Altafini, Amarildo e Fortunato. La squadra B si presentò in campo con Balzarini, David, Trebbi, Noletti, Maldini, Trapattoni, Germano, Pantaleoni, Ferrario, Salvemini e Barison.

Nel giorno del suo ventesimo compleanno, Rivera dispensò alcuni colpi di classe e alcuni assist. Il Milan A s’impose 7-2 (doppietta di Altafini, poker di Amarildo e rete di Sani, per la squadra B andarono a segno Pantaleoni e Ferrario).

L’intervista di Oriana Fallaci

E’ di quell’anno la celebre intervista di Oriana Fallaci a Rivera pubblicata dall’Europeo dopo la conquista rossonera della Coppa Campioni. «Trovo incomprensibile che mi si paragoni ad un eroe», disse il futuro Golden Boy definito dalla Fallaci un diamante tra i gioielli, conosciuto anche da chi non è un appassionato di sport. «Trovo incomprensibile che un padre di famiglia debba morire se io faccio o non faccio un gol. A Londra ero tranquillissimo. Resto sempre tranquillo anche quando il pubblico urla, quell’urlo bestiale che sale come un’unica voce dentro un imbuto. Il pubblico però non lo sento, che sopra il rettangolo di gioco vi siano dieci persone o diecimila o centomila o nessuna, per me è lo stesso. Io sono allegro anche se non rido troppo. L’ho scelta io questa vita».

L’allora ventenne fuoriclasse del Milan rivelò ad Oriana Fallaci che avrebbe voluto diventare ragioniere. «Vorrei essere in grado di sostenere una conversazione su tutto, non solo sul calcio, ma la scuola l’ho lasciata che avevo sedici anni. Ho fatto solo le tecniche commerciali ed ho conseguito il diploma di computista commerciale. Quando dovevo dare un esame integrativo per diventare ragioniere fui acquistato dal Milan e divenni un vero professionista. A forza di pensare solo al calcio avrò perso coscienza della mia ignoranza e non sentirò più come ora il bisogno di studiare e di leggere. Per leggere bisogna essere come ispirati, sentirne la necessità quasi materiale, e infine disporre di una distensione che io non ho. Nel nostro mestiere non sono mica le gambe che si stancano di più, è il cervello. Si gioca con la testa, col ragionamento».

La sua giornata di calciatore ventenne si chiudeva alle dieci e mezzo di sera andando a dormire per svegliarsi alle nove del mattino. Pomeriggio con gli allenamenti e la sera cena a casa con i genitori. Primi anni 60 quando la futura bandiera milanista viveva in un posto modesto, senza avere neppure una camera autonoma, dormendo di notte su un divano che diventava un letto.

SCHEDA GIANNI RIVERA

Gianni Rivera ha disputato in maglia rossonera 19 stagioni (dal 1960/61 al 1978/79).
L’esordio in gare ufficiali con il Milan è datato 18/9/1960: Alessandria-Milan 3-5 (Coppa Italia). Una settimana dopo la sua prima in serie A: Milan-Catania 3-0
L’ultima partita ufficiale il 13/5/1979: Lazio-Milan 1-1 (Campionato)
In assoluto, l’ultima partita giocata da Rivera risale al 7/6/1979: Andes Talleres-Milan 3-2

In totale ha collezionato 658 presenze in gare ufficiali: 658 (501 in campionato, 74 in Coppa Italia, 76 nelle Coppe Europee e 7 in Altri Tornei)
Gianni Rivera ha segnato 164 reti (122 in campionato, 28 in Coppa Italia, 13 nelle Coppe Europee e 1 in Altri Tornei). Considerando anche le presenze e i gol nelle partite amichevoli, lo score di Rivera arriva a 957 presenze e 314 reti con la maglia del Milan

I titoli conquistati da Rivera in rossonero:
3 Scudetti (1961-62, 1967-68, 1978-79)
2 Coppe dei Campioni (1963, 1969)
1 Coppa Intercontinentale (1969)
2 Coppe delle Coppe (1968, 1973)
4 Coppe Italia (1967, 1972, 1973, 1977)
1 Pallone d’Oro (1969)
1 titolo di Capocannoniere in serie A (1972-73 – 17 reti)

Con la Nazionale Italiana ha esordito il 13/5/1962: Belgio-Italia 1-3
Ultima partita giocata in Nazionale: 19/6/1974: Italia-Argentina 1-1
Totale presenze in Nazionale Italiana: 60 (reti segnate: 14)
Palmares azzurro: 1 Campionato Europeo per Nazioni (1968)

Per 7 stagioni ha ricoperto la carica di vicepresidente del Milan (dal 1979/80 al 1985/86)