Ricordo di Aldo Maldera per i suoi 70 anni

Classe 1953, il terzino-goleador del Milan della Stella ha lasciato tracce indelebili nelle storie di cuoio rossonere

di Sergio Taccone

Cantami, o diva, di Aldo Maldera, capitano coraggioso di un Milan che si ritrovò a risalire dalla serie cadetta dopo un’annata trascorsa in giro nella provincia calcistica italiana. Un uomo, un padre, un giocatore, un campione che ha lasciato tracce indelebili nelle memorie di cuoio rossonere.

Il top nell’annata della Stella rossonera (1978/79) dove il terzo dei fratelli Maldera segnò 9 gol, sfiorando il record di reti per un difensore in un campionato a 16 squadre appartenuto a Giacinto Facchetti. Reti in buona parte di elevata fattura, a cominciare da quello siglato al Del Duca di Ascoli, con una botta di prima intenzione imparabile per l’esterrefatto Felice Piulici. Come dimenticare il suo imperioso stacco di testa che fulmina l’interista Bordon nel derby del novembre 1978, poco più di un anno dopo un’altrettanto spettacolare deviazione al volo nella stracittadina del 3 luglio ‘77, finale di Coppa Italia, rovinando la festa nerazzurra per l’ultima da calciatore di Sandro Mazzola.

Dopo il gol in rovesciata all’Avellino, 25 aprile 1982

Tra le poche cose da salvare nella stagione nefasta 1981/82 brillano le perle di Maldera, tra i pochi a salvarsi dal naufragio che, come Ulisse prima di approdare nell’isola dei Feaci, ricondusse in B il Milan. I gol di Aldo contro Genoa e Avellino, nel museo milanista di tutti i tempi, sono esposti nel padiglione “capolavori”, dal pallonetto di prima intenzione a Marassi, calibrato al millimetro sull’uscita di Martina, all’opera sopraffina disegnata contro l’Avellino la settimana seguente con iconica esultanza aggrappato all’inferriata dietro la porta avellinese, con i tifosi in estasi. Se esistesse un oscar del momento a più alto tasso di milanismo, quell’istante farebbe parte della “top 10”.

l’imperioso stacco di testa di Maldera che decise il derby del novembre 1978

Nils Liedholm, conducător del decimo scudetto milanista, lo volle alla Roma. Nella capitale, Maldera divenne pedina fondamentale per la conquista dello scudetto giallorosso. Il pallone racconta che, con lui in campo nella finale di Coppa Campioni contro il Liverpool, dove non giocò per squalifica, la finale avrebbe preso un’altra piega, favorevole ai romanisti. Capace di difendere, attaccare, coprire, rilanciare e segnare, veloce come una faina e accorto come un leopardo, la sua grande corsa, unita all’ottima tecnica e ad un sinistro preciso e spesso fulminante, gli hanno permesso di entrare nel gruppo di campioni rossoneri “indimenticabili”.

Oggi Aldo Maldera avrebbe compiuto 70 anni anche se l’ex maglia rossonera numero 3 ha lasciato “hac lacrimarum valle” all’inizio di agosto del 2012, prima del compimento del suo cinquantanovesimo compleanno. Ogni vero milanista non potrà mai dimenticarlo. Le sue gesta sono parte del dna di ogni autentico tifoso rossonero.