Milan dei record: anche il Liverpool si arrende

La sconfitta subita dal Liverpool sul campo del Watford ha fermato l’imbattibilità dei Reds e messo al sicuro il record del Milan che rimane la squadra con la serie migliore nei maggiori campionati europei. La serie record dei rossoneri resiste dai primi anni 90: ventidue mesi senza mai perdere una gara tra il 1991 e il ‘93.

La serie positiva del Liverpool di Klopp, battuto sabato dal Watford 3-0, si è fermata a 42 partite utili, a 16 gare dal record del Milan 1991/93. La squadra rossonera mantiene dunque la migliore sequenza continua di incontri senza sconfitte. Una serie che si concluse una domenica di marzo di 27 anni fa. “Asprilla, ecco il nome della resa”: il 22 marzo 1993, il titolo del Corriere della Sera rappresentò la sintesi perfetta dopo l’exploit del Parma a San Siro grazie ad un calcio piazzato del giocatore colombiano nella ripresa. Per il Milan fu la prima sconfitta dopo 58 risultati utili consecutivi. Al comando del campionato, senza avversari in classifica, con la seconda (l’Inter) a distanza siderale (11 lunghezze quando la vittoria valeva due punti), gli Invincibili rossoneri sbaragliarono ogni possibile pretendente, chiudendo con largo anticipo il discorso scudetto.

Faustino il colombiano disegnò una traiettoria imprendibile per Rossi. Prima o poi doveva succedere. Il primo gradino di quel fantastico record risaliva all’ultima giornata del campionato 1990/91, passo d’addio di Arrigo Sacchi sulla panchina del diavolo. E si trattò di un altro Milan-Parma, conclusosi con uno scialbo 0-0 di cui nessuno si sarebbe ricordato senza il record successivo. Con Fabio Capello in panchina, l’allenatore allevato in casa e chiamato a riportare subito il Milan ai vertici italiani ed internazionali, arrivò subito lo scudetto e senza subire sconfitte.

Milan, gli uomini di Capello

Annata strepitosa per la squadra guidata dal tecnico friulano dopo un inizio contrassegnato da qualche coincidenza fortunosa, come avvenne a Torino il 15 settembre 1991 dove la sconfitta fu evitata allo scadere grazie ad un “autogollonzo” di Carrera. Una settimana dopo, un rigore di Van Basten in “zona Cesarini” permise al Milan di raggiungere la Fiorentina, stesso discorso contro il Genoa, sempre a San Siro. Passato il rodaggio iniziale, Baresi e compagni innestarono la marcia giusta, salutando gli avversari e conquistando in carrozza il dodicesimo scudetto con annesso 8-2 finale rifilato a domicilio al Foggia di Zeman.

L’annata seguente fu quella delle goleade a ripetizione. La “giostra del gol” regalò nove giri a Pescara (5-4 del Milan contro gli abruzzesi), con una fantastica rimonta targata Van Basten. A Firenze, l’uragano rossonero spazzò senza pietà la squadra gigliata che aveva osato passare in vantaggio con Baiano prima di beccare sette reti. Alla Lazio venne rifilata una cinquina secca, stessa sorte per il Napoli dove Van Basten inflisse un poker personale all’ex Giovanni Galli che visse una delle peggiori giornate della sua carriera di portiere.

Un record lungo 22 mesi

L’autostrada di risultati la chiuse il Parma di Nevio Scala, sancendo una bellissima parentesi record partita ventidue mesi prima. La rete di Asprilla tolse quella serie straordinaria dalla caducità della cronaca, consegnandola alla storia del calcio. Fino al momento del gol, Sebastiano Rossi aveva svolto il ruolo di spettatore non pagante. Dopo alcuni errori clamorosi di Papin in area avversaria, su alcuni colpi di genio di Savicevic, Scala scosse i suoi e nella ripresa il Parma apparve trasformato e capace di colpire con un calcio piazzato da venti metri. Nel finale, Capello inserì Serena ma fu tutto inutile. La perdita dell’imbattibilità coincise con le assenze contemporanee di Albertini e Rijkaard a centrocampo.

A fine partita, Berlusconi avrebbe voluto il giro d’onore ma i giocatori, non informati della richiesta del presidente, tornarono subito negli spogliatoi. Prima di Asprilla, l’ultimo a battere i rossoneri a San Siro era stato un altro sudamericano: l’atalantino Evair.

Asprilla, l’uomo delle capriole che batté gli invincibili

Faustino Asprilla con la maglia del Parma

Asprilla, autore del gol decisivo, al figlio Santiago, nato pochi mesi prima, avrebbe così raccontato una bella storia: “C’era una volta una squadra imbattibile, poi arrivò papà …”. Una domenica da ricordare per l’attaccante che festeggiava con le capriole, uno degli emblemi del Parma “piccolo-grande capolavoro calcistico degli anni novanta”. Asprilla era il giocatore che colpiva spesso d’istinto, firmando parecchi gol di elevata fattura. Prima di battere la punizione, non essendo lo specialista del Parma, dovette chiedere il permesso a Osio e a mister Scala. I tifosi milanisti applaudirono i giocatori rossoneri come segno di ringraziamento per un record che resiste ancora.

Alla strepitosa stagione 1992/93 mancò solo la ciliegina sulla torta: la conquista della Coppa dei Campioni. Dopo un percorso netto di dieci vittorie su dieci partite, il diavolo perse l’undicesima: la finale contro il Marsiglia di Goethals, decisa da un colpo di testa di Boli allo scadere del primo tempo.

Sergio Taccone