Pizzaballa scompare di nuovo
A Dusseldorf, negli attimi del pre-gara, ecco il secondo episodio curioso legato alla figura mitologica di questo grande personaggio che è Pizzaballa. Se osservate la foto di rito che ritrae il Milan schierato a centrocampo prima del fischio d’inizio, noterete che ha una particolarità: ci sono 10 giocatori e non 11.
Indovinate chi manca? Incredibile a dirsi, ma manca proprio lui: il prode Pier Luigi. Perché non è insieme ai compagni? Insomma, verrebbe da pensare che questo qui ha proprio il vizietto di sparire dalle foto.
L’episodio, gustoso, viene svelato da alcune riprese della tv tedesca, dove si vede che, mentre lui è già in porta, pronto a far da ultimo baluardo contro i proiettili teutonici, alcuni fotografi tedeschi chiedono la cortesia al capitano Schnellinger (Rivera è assente) di chiamare tutti i compagni a raccolta per un’ultima foto.
I giocatori arrivano solertemente e si mettono in posa, ma lui, Pier Luigi, è distante ed impiega più tempo degli altri per arrivare al centro del campo. Morale della favola, quando finalmente Pizzaballa raggiunge i compagni, è troppo tardi e le foto sono già state scattate. Questa è la spiegazione del mistero, e non, come qualcuno aveva detto a mo’ di battuta, che il Milan si sentiva talmente forte da giocare senza portiere.
La partita è una battaglia, come del resto si preventivava. I rossoneri riescono ad opporre un’eroica resistenza ai bulldozer tedeschi e, perdendo “solo” per 0-1, si qualificano per la finalissima che li vedrà opposti di lì a due settimane al Magdeburgo. Finale sfortunata in cui, schierato ancora titolare per la perdurante indisponibilità di Vecchi, Pizzaballa deve purtroppo incassare due reti dai tedeschi orientali e dire addio alla Coppa.
Pizzaballa chiuderà la carriera all’Atalanta
Resterà al Milan altre due stagioni, fino al 1976, come riserva di Albertosi, di lui coetaneo, senza però mai giocare. Chiuderà la carriera nella sua Atalanta, sfoderando ancora prestazioni di altissimo livello e contribuendo al ritorno in A degli orobici. Questo fino alla bella età di 41 anni, la stessa di Zoff quando vinse i mondiali.
Grande personaggio e grande persona, sempre gentile e disponibile con i giornalisti, ancora oggi, a ottantatré anni, se gli si chiede della simpatica leggenda che gira sul suo nome, non riesce a trattenere una risata: “È vero, molta gente mi conosce per via di quella storia della figurina introvabile… per me va bene così perché poi, quando leggono della mia carriera, scoprono che sono stato uno dei più bravi in circolazione in quegli anni…”
Come darti torto caro Pier Luigi?
Altro che portiere invisibile, tu c’eri eccome.
E’ nato negli anni ‘60 a pochi metri dallo stadio San Paolo di Napoli ma, come per una inspiegabile magia, i suoi eroi non portano una maglia azzurra ma indossano una sfavillante casacca rossonera. Si innamora dell’imbattibile Milan di Nereo Rocco. Identificazione totale con i valori rossoneri: dalla Fatal Verona alla Stella, dalla Cavese al Tetto del Mondo, con quei due colori nel cuore.