Benitez, addio al ‘Conejo’. Con il Milan vinse la Coppa Campioni del ’63

Ci ha lasciati per sempre Victor Benitez. El Conejo, avrebbe compiuto 86 anni il prossimo ottobre. Con il Milan ha vinto la prima Coppa Campioni della storia rossonera nella finale contro il Benfica di Eusebio nel maggio del 1963. Quella fu anche la prima Coppa Campioni vinta in assoluto da una squadra italiana. Era un Fan della nostra Pagina Facebook dedicata alla storia del Milan.

di SERGIO TACCONE

L’annuncio del suo decesso è arrivato da alcune testate giornalistiche del Perù. A quasi 86 anni (li avrebbe compiuti il 30 ottobre) se ne è andato per sempre Victor Morales Benitez, primo peruviano a giocare nel Milan. Fu uno dei titolari della finale di Coppa dei Campioni del ’63, a Wembley contro il Benfica. La foto prima del calcio d’inizio lo vede tra capitan Cesare Maldini e il golden boy Gianni Rivera.

BENITEZ, FOTO DI SQUDRA FINALE DI COPPA CAMPIONI, WEMBLEY ’63

La società rossonera lo aveva prelevato dal Boca Juniors nel novembre ’62. Dopo il flop del brasiliano Germano, il Milan trovò il sostituto nella squadra di Buenos Aires con cui Benitez aveva vinto un titolo argentino segnando anche un gol nel “superclasico” contro il River Plate allo stadio Monumental (agosto ’61).

Poco più di una sessantina di chili distribuiti su 172 centimetri, il peruviano esordì nel Milan in Coppa Italia, il 5 dicembre ’62, nella partita persa in casa contro la Sampdoria, corsara a San Siro grazie ad un gol di Toschi al 39’. Il Paron provò il nuovo arrivato in marcatura sul centravanti avversario. Un esordio non certo da incorniciare, complice la sua condizione atletica approssimativa.

Andò meglio l’esordio in serie A, nella vittoriosa partita interna contro il Palermo. Il Calcio Illustrato titolò: “Benitez come Sani”. Nel pezzo di Aldo Congiu venne sottolineata la prestazione convincente del laterale peruviano contro la squadra siciliana, pur con qualche calo nella ripresa: “Ha impressionato per tutto il primo tempo per la sua vitalità”. A fine partita, Benitez fu soddisfatto della sua prestazione.

Il pubblico lo applaudì a scena aperta al suo ingresso in campo. Un accoglienza che lo fece emozionare. “E’ andato forte”, commentò Nereo Rocco, vedendolo meglio nella fase difensiva. Gipo Viani fu colpito dalla caparbietà mostrata in campo dal ventottenne di Lima che confermò di essere all’altezza di una maglia da titolare nel Milan. “Non è un brocco, lasciatelo ambientare”, aggiunse Viani.

Wembley ’63: la vittoria in Coppa Campioni

Il 24 aprile ’63, Benitez giocò dall’inizio nel 5-1 rifilato dai rossoneri agli scozzesi del Dundee, guidati da Shankly. L’ex Boca sfruttò la libertà concessagli dagli avversari, dando un buon contributo nell’ampio successo che spalancò al diavolo le porte per la finale di Wembley.

VICTOR BENITEZ

Il 22 maggio ’63, una delle tante giornate memorabili e pregne di gloria della storia milanista, Benitez indossò la maglia numero 4. Rocco gli affidò Eusebio, il fuoriclasse del Benfica, dando al peruviano precisi compiti sulla linea mediana. Al 18’, l’asso del Mozambico andò in rete dopo essersi liberato del suo marcatore.

Cesare Maldini, data la difficoltà di farsi sentire dal Paron, per la distanza notevole delle panchine dal rettangolo di gioco, decise di invertire le marcature, piazzando Trapattoni su Eusebio e Benitez su Torres. Fu l’inizio della riscossa rossonera, sancita dalla doppietta di Altafini al 58’ e 66’.

BENITEZ ACCANTO AD UNA FOTO DEI SUOI ANNI AL MILAN

Alle prese con un avversario più lento, il sudamericano riuscì a prendere il controllo del centrocampo con Dino Sani da una parte e Rivera dall’altra. Nel secondo tempo, il peruviano si fece notare anche per un suo cross in area portoghese, raccolto di testa da Pivatelli con parata di Costa Pereira.

Su l’Unità, Rodolfo Pagnini sintetizzò così la prestazione di Benitez: “Corre, anticipa, non sta mai fermo, è di una vitalità impressionante. Alla lunga il suo apporto risulta prezioso”. Felice come un bambino in un parco giochi, Victor commentò: “Ero troppo nervoso all’inizio, Eusebio è fortissimo. Con Torres mi sono trovato assai meglio”.

La conquista della Coppa dei Campioni, la prima volta nella storia di una squadra italiana in vetta al calcio europeo per club, rappresentò il punto più alto della parentesi milanista di Benitez.

Victor Benitez, gli ultimi anni al Milan

Gli scandalosi arbitraggi di Brozzi negarono al Milan la Coppa Intercontinentale nello stesso anno: il peruviano venne schierato nella terza e decisiva partita. Nel gennaio ’64 passò in prestito al Messina del tecnico Mannocci. Con dodici presenze e due reti Benitez contribuì alla salvezza dei siciliani. L’ultima partita in maglia rossonera la giocò il 25 aprile ’65, a San Siro contro la Juventus, nella sua migliore annata a Milano. Il diavolo, che con la coppia Liedholm-Viani conquistò il secondo posto, prevalse grazie ad una rete di Amarildo nel finale.

Il bilancio rossonero di Benitez comprende 44 presenze in partite ufficiali e 2 reti (contro Mantova e Foggia). Instancabile faticatore della linea mediana, pregno di vitalità e dotato di un elevato eclettismo tattico, si distinse in campo soprattutto per la capacità di garantire protezione a Rivera e Sani.

El Conejo seguiva la nostra pagina Facebook dedicata alla storia del Milan

Victor Benitez era un fan della nostra pagina Facebook – MILAN 120 ANNI DI STORIE ROSSONERE – dedicata alla storia del Milan.

Il 14 gennaio del 2020 raccontammo la tragicomica vicenda calcistica della sua espulsione nella partita Torino-Milan 1-2 del febbraio del 1965. Inaspettatamente per noi a quel post arrivò un suo commento.

A commettere fallo era stato José Altafini ma la terna arbitrale commise un clamoroso errore espellendo dal campo il giocatore peruviano anziché il brasiliano. A distanza di 55 anni da quella partita, e da quella assurda espulsione, Victor non riusciva ancora a spiegarsi come fosse stato possibile. Il suo commento sulla nostra pagina è eloquente.

Benitez: “Orgoglioso di aver giocato al Milan”

Sei anni fa, durante una sua visita a Milano, dichiarò: “E’ stato un onore giocare nel maggio ’63 in uno degli stadi migliori del mondo, contro una grande squadra e marcando il giocatore più forte del mondo, Eusebio. Avere dei compagni in campo che ti suggeriscono e consigliano come Cesare Maldini e Dino Sani aiuta tantissimo. Maldini mi parlava, era nervoso ma cercava di tenermi tranquillo e questo mi aiutava tantissimo. Mi ricordo di tutti, di Altafini, di Rivera, di Mora. Sentire la parola Milan mi rende orgoglioso per la vita che ho vissuto con gioia e per quello che ho fatto al Milan“.

Soprannominato “il peruviano di fuoco” e “coniglio” (el Conejo, per la conformazione dei suoi denti), Victor Morales Benitez ha lasciato un segno indelebile nella storia del Milan.