Intervista a Tato Sabadini: quel gol annullato con il Bruges

L’intervista esclusiva per storierossonere.it a Giuseppe Tato Sabadini

Marzo 1976 Milan-Bruges di Coppa Uefa. Tato Sabadini colpisce di testa mandando la palla in rete. Ma Renè Vigliani, arbitro francese di origine italiane, invece di convalidare il gol fischia la fine del primo tempo.

Renè Vigliani: chi era costui? Direttore di gara francese, nato ad Arles nel luglio 1929, di origini italiane, nel marzo ‘76 arbitrò la partita d’andata dei quarti di Coppa Uefa. In campo i belgi del Bruges, guidati dall’austriaco Happel, e il Milan della coppia Trapattoni-Rocco. Una trasferta che passò alla storia per una decisione scriteriata dell’arbitro transalpino che decise di entrare nel ristretto gruppo di giacchette nere capaci di segnare in modo negativo una partita di calcio.

Per i rossoneri fu una serata dove tutto girò per il verso sbagliato. Dopo il vantaggio belga, siglato dal danese Le Fevrè in apertura, il Milan subì la pressione del Bruges che sfiorò più volte il raddoppio. Allo scadere della prima frazione, calcio d’angolo per i rossoneri. Parabola perfetta di Chiarugi, con palla a spiovere in aerea: il difensore Giuseppe Sabadini, detto Tato, molto abile nel gioco aereo, anticipò nettamente e con una perfetta scelta di tempo il portiere belga Jensen. Con la palla già oltre la linea di porta, arrivò lo sconcertante fischio dell’arbitro, a sancire la fine delle ostilità della prima frazione.

L’arbitro francese di origine italiane René Vigliani

Increduli e sbalorditi, i giocatori milanisti crearono un capannello attorno a Vigliani che, come il più scontato dei “ducetti da quattro soldi”, non volle sentire ragioni: “Le but n’est pas bon” (“Gol non valido”). Roba da prenderlo a schiaffi a due alla volta fino a terminare con un numero dispari. Sabadini, che passò dalla gioia alla delusione in un secondo, racconta a Storierossonere.it quell’episodio.

Tato, raccontaci di quel gol

“Ricordo il corner di Chiarugi. Andai a posizionarmi in area, sapevo dove Luciano avrebbe messo la palla. Scelsi il momento di staccare, anticipando nettamente il portiere avversario. Un gol limpidissimo. Poi sentimmo un fischio, un unico fischio, pensammo ad esultare, certi che si trattasse del fischio di convalida”.

Poi cosa avvenne?

“L’arbitro ci disse che era finito il primo tempo. Una cosa inaudita, contro il regolamento, a dir poco assurda. Non si poteva interrompere un’azione con la palla in gioco, oltretutto fischiò dopo che la stessa aveva superato la linea di porta. Nessun giocatore belga protestò perché il gol era regolarissimo”.

Il gol Di Tato Sabadini non convalidato dal signor Vigliani

Emblematiche furono le facce di Rivera e Benetti. Andarono a chiedere spiegazioni al direttore di gara. Niente da fare: gol annullato.

“Nereo Rocco con un calcio spaccò una bottiglia di vetro di aranciata. In effetti, Vigliani era uno che sembrava nutrire astio verso gli italiani, probabilmente per questioni legate alla sua famiglia che dall’Italia era emigrata in Francia. Il giorno prima della partita ci avevano avvisati: attenti, dissero a Rocco, perché questo Vigliani non sopporta gli italiani e ve la farà pagare. Purtroppo fu tutto vero e quel mio gol annullato confermò le voci della vigilia su quel direttore di gara. Come se non fossero bastati i torti che in Italia avevamo subito da Lo Bello”.

Le proteste di Gianni Rivera per il gol annullato

Nella ripresa il Milan ci riprovò sfiorando il pareggio. Però arrivò la mazzata del secondo gol siglato da Krieger.

“Perdemmo 2-0 ma ripensando all’episodio del nostro gol avevamo tanta rabbia a fine partita. Il nostro pareggio avrebbe modificato certamente l’andamento della partita, costringendo i belgi a scoprirsi. Anche al ritorno fummo sfortunati. Rimontammo le due reti, pareggiando i conti con l’andata grazie ai gol di Bigon e Chiarugi, poi nel finale subimmo una rete casuale da uno che era entrato dalla panchina e fummo eliminati”.

Il gol di Luciano Chiarugi nella partita di ritorno non bastò a superare il turno

Tato, erano anni in cui il Milan pagava a caro prezzo certe decisioni arbitrali?

“Certo, pensiamo a quel che avvenne nel febbraio 1972, con un rigore sacrosanto negatoci da Concetto Lo Bello contro la Juventus, a Torino, per fallo macroscopico su Bigon. E poi, l’anno dopo, sempre con Lo Bello, come non ricordare quel che accadde a Roma, contro la Lazio, con un gol straregolare annullato a Chiarugi. Episodi decisivi nella corsa scudetto e sempre con la Juve ad essere favorita. E potrei continuare ricordando l’arbitraggio di Michelotti nella finale di Coppa Italia ’75 contro la Fiorentina. L’episodio di Bruges confermò un trend contro il Milan: in Italia e in Europa venivamo mazzolati dalle giacchette nere”.   

In conclusione?

“Probabilmente, la soffiata arrivata a Rocco, prima della trasferta contro il Bruges, era tutt’altro che campata in aria”.

Giuseppe Tato Sabadini

Le italiane sempre ‘sfortunate’ con Vigliani

L’annata 1975/76 dei rossoneri si concluse con un buon terzo posto in campionato, alle spalle di Toro e Juventus, mentre in Coppa Italia, il terzo posto nel girone di semifinale impedì al diavolo di approdare in finale.

La carriera dell’arbitro Vigliani proseguì fino al 1980 ma senza particolari sussulti. In Coppa dei Campioni fu designato solo in un’occasione, in un’anonima sfida tra gli irlandesi del Waterford e i ciprioti dell’Omonia Nicosia, giocata nel settembre ‘72. Arbitro internazionale dal ’67, Vigliani ritrovò una squadra italiana, per l’ultima volta in carriera, nel settembre ’78, dirigendo la sfida di Coppa Uefa tra il Napoli (guidato da Gianni Di Marzio) e la Dinamo Tbilisi, conclusasi 1-1 al San Paolo. Partenopei eliminati dopo lo 0-2 dell’andata. Particolare statistico: negli anni 70, il bilancio delle squadre italiane con Vigliani fu di 4 sconfitte e un pareggio. L’unica a vincere, con questo signore alla direzione di gara, fu la Juventus nella Coppa delle Fiere 1968/69 (battuto 2-0 il Losanna).

La scheda di Giuseppe Tato Sabadini. Cresciuto nel settore giovanile della Sampdoria, debutta in Serie A a 17 anni. Nell’estate del 1971 passa al Milan, esordisce in Coppa Italia contro il Monza il 29 settembre ’71. In rossonero il periodo migliore della sua carriera: vince due Coppe Italia consecutive (1972 e ’73) e una Coppa delle Coppe (contro il Leeds). Fu tra i migliori per rendimento nell’annata conclusasi con la “fatal Verona”. L’ultimo successo in rossonero fu la terza Coppa Italia nel luglio ’77, battendo l’Inter in finale. L’ultima partita con il Milan la giocò a Napoli (Coppa Italia) l’1 giugno ’78. Si trasferì a Catanzaro. Sabadini ha collezionato in totale 244 presenze in partite ufficiali, con 17 reti segnate. Ha fatto parte della rosa dell’Italia per il Mondiale del 1974 con la maglia numero 13.

Sergio Taccone