Walter Bianchi, dedizione e sacrificio nel Milan di Sacchi

L’intervista esclusiva di Sergio Taccone per Storierossonere.it a Walter Bianchi

“Professionista generoso e straordinario, mattone prezioso nella costruzione del mio grande Milan”. Parole che Arrigo Sacchi ha dedicato a Walter Bianchi, un esempio persino per i campioni della sua “squadra perfetta” di fine anni 80.

Classe 1963, Bianchi è stato il giocatore che venne preso a modello dal tecnico di Fusignano per far capire cosa bisognava fare, giorno per giorno, per giungere ai vertici del calcio mondiale.

Che emozione entrare al posto di Baresi

“La mia parentesi rossonera ebbe inizio nell’estate 1987. Sacchi mi volle al Milan insieme a Mussi e Bortolazzi”. Il debutto alla prima giornata di campionato contro il Pisa avvenne il 13 settembre ‘87: Bianchi prese il posto di Franco Baresi, sostituito in avvio di ripresa. Contro i nerazzurri toscani, i milanisti faticarono non poco per piegare la squadra di Materazzi, superata nell’ultimo quarto d’ora da uno stacco imperioso di Gullit e da un rigore di Van Basten.

Qualche settimana prima, il 23 agosto, Sacchi aveva schierato l’ex parmense con la maglia numero 3 nella prima ufficiale a San Siro, in Coppa Italia contro il Bari, davanti a poco meno di 30 mila spettatori. “Fu una cinquina, – ricorda Bianchi – con primo gol ufficiale in rossonero di Van Basten”. La squadra pugliese, guidata da Enrico Catuzzi, con la coppia inglese Cowans e Rideout oltre a Maiellaro, detto il “Maradona di provincia”, alzò presto bandiera bianca. L’inviato del quotidiano La Stampa, Bruno Perucca, assegnò 6,5 a Bianchi. “Giocai anche le altre tre partite della prima fase: a Como, Monza e nella partita casalinga contro il Parma di Zeman che ci sconfisse ai rigori”.

Walter Bianchi nella stagione 1988-89 (Foto gentilmente fornita da Luigi La Rocca)

Il tuo filotto di presenze proseguì anche in Coppa Uefa.

“Sacchi mi schierò titolare contro lo Sporting Gijon nel primo turno. All’andata, in Spagna, perdemmo di misura. Nella gara di ritorno, giocata sul campo neutro di Lecce, vincemmo con un netto 3-0, propiziato da una doppietta di Virdis su rigore e da una rete di Gullit. L’accoglienza che trovammo in Puglia fu semplicemente eccezionale. Sfiorai anche il gol in apertura, con un colpo di testa su cross di Massaro che uscì di un soffio”.

Che ricordi hai della tua esperienza rossonera?

“I miei ricordi rimarranno indelebili. Venivo dalla serie C fatta indossando le maglie di Rimini, Brescia e Parma. Allenarmi con campioni che ammiravo e avevo visto sulle figurine Panini fu una grande emozione. Lo staff tecnico, con Sacchi, Galbiati e Pincolini, portò quel gruppo ad ottimi livelli”.

Giugno 1989, Supercoppa italiana, Bianchi festeggia assieme ai compagni

Il presidente vi spronava spesso …

“Eccome, Silvio Berlusconi ci invitava sempre a credere nel progetto di Sacchi. Nei momenti difficili, il presidente fece scudo sul tecnico, difendendolo senza indugi e ribadendo che con Sacchi la squadra sarebbe arrivata ai vertici mondiali. Come poi fu. Ricordo i momenti difficili dopo la sconfitta casalinga contro la Fiorentina e nei giorni seguenti all’eliminazione dalla Coppa Uefa contro l’Espanol. In tanti cominciarono a parlare insistentemente di esonero del tecnico ma Berlusconi fu irremovibile: chi non crede nel progetto può anche mettersi da parte, ripeteva. Ed ebbe ragione”.

L’ossessiva ricerca dell’applicazione predicata da Sacchi richiedeva massima dedizione al progetto.

“La qualità del gioco sacchiano è ai vertici della storia del calcio. A livello emotivo e professionale toccai l’apice della mia crescita individuale. Purtroppo ebbi un grave problema di pubalgia, risolto con un intervento chirurgico e sei mesi di stop forzato. Nella palestra di Milanello mi ritrovai spesso accanto a Marco Van Basten che era alle prese con i suoi problemi alla caviglia. Quando qualche nostro compagno si lamentava per i ritmi voluti dall’allenatore in allenamento, noi portavamo le nostre situazioni di infortunati che avrebbero fatto l’impossibile per allenarsi con il resto del gruppo”.

Walter Bianchi, momenti di festa per lo scudetto del 1988

Sacchi ha scandito tanti momenti della tua carriera.

“L’ho conosciuto quando avevo 15 anni. A Cesena ero un allievo ma mi allenavo con la sua primavera e dopo un paio di stagioni diventammo campioni d’Italia. Ebbi subito l’impressione di trovarmi davanti ad una persona eccezionale. Sono molto lieto di quel che ha detto su di me: Arrigo è stato uno dei migliori tecnici a livello mondiale, un riferimento per intere generazioni”.

Il tuo giocatore preferito?

“Paolo Maldini: non ho mai visto calciatori forti come lui”.

Walter Bianchi, in piedi secondo da sinistra nella partita d’andata Coppa Uefa contro Sporting Gijon settembre 1987

Tanti infortuni e numerose operazioni hanno frenato la tua carriera.

“Dopo il Milan arrivò la tappa di Torino nel 1989. Quel Toro, guidato da Eugenio Fascetti, era un bel gruppo. C’erano Marchegiani, Mussi, Benedetti, Cravero, Romano, Muller e Policano. Vincemmo il campionato di B sviluppando un bel calcio. Mi conquistai la stima di Fascetti che mi volle anche a Verona dove rimasi purtroppo vittima di un incidente stradale con la squadra. Riportai le conseguenze più gravi, finendo in ospedale, in coma, uscendone fuori con la pelle intatta. Ma quanta paura”.

Altro tecnico che ha avuto un impatto nella sua carriera è Edy Reja.

“A Cosenza, con lui in panchina, la squadra calabrese sfiorò la A. Era il 1992. In squadra c’erano Biagioni, Catena, Zunico e Gigi Marulla, bandiera del club calabrese. Perdemmo la promozione all’ultima giornata”.

Lasciato il calcio sei diventato allenatore, accumulando esperienze soprattutto nelle serie minori.

“A Foligno, in C2, centrammo una salvezza bellissima nel 2006 evitando i play out. Stagione a cui sono molto affezionato. Ricordo anche la stagione alla guida del Semonte, calcio dilettantistico,  dove vincemmo il campionato di prima categoria con due mesi d’anticipo”.

Walter Bianchi oggi, assieme allo staff tecnico dell’Italia Under 20

Oggi risiedi a Cantiano, un tranquillo paesino delle Marche. La vita ti ha messo di recente davanti alla sfida più dura: quella contro il cancro.

“Ho appena finito la chemioterapia dopo un intervento allo stomaco. Sembra tutto ok. Ho capito subito di avere qualcosa di serio, mio padre era morto proprio a causa di un tumore allo stomaco quando io avevo 13 anni. Anche in questa fase ho sentito molto vicino Sacchi, a conferma del suo altissimo spessore umano”.

Diventerai nonno a luglio: è in arrivo Manuel, il primogenito di tuo figlio.

“Non vediamo l’ora di vivere questo momento stupendo. La famiglia è tutto, non c’è trionfo in campo che tenga. E la mia è una bellissima famiglia”.

Continui a seguire il Milan?

“Certo, l’esperienza in rossonero rappresenta una parte bellissima della mia vita. Indimenticabile”.

Walter Bianchi scheda

Svizzero di nascita (Aarau, 7 novembre 1963) dove il padre, muratore, era andato per lavoro. Difensore di fascia, 177 cm x 70 kg, al Milan nelle stagioni 1987/88 e 1988/89. Il suo esordio assoluto in maglia rossonera è datato 2 agosto 1987: Milan-Solbiatese 7-0. Il 18 giugno 1989 la sua ultima partita con il Milan, nella vittoriosa partita casalinga contro l’Ascoli in campionato (5-1). Il suo score rossonero è di 19 presenze in gare ufficiali.

Sergio Taccone

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