Milan, il trionfo mondiale del 1990

Contro l’Olimpia Asuncion il bis intercontinentale del Milan guidato da Arrigo Sacchi


Sono passati tre decenni dal trionfo intercontinentale del 9 dicembre 1990 contro i paraguaiani dell’Olimpia Asuncion. Per il Milan, guidato da Arrigo Sacchi verso la gloria imperitura della storia del calcio mondiale, è il bis del successo ottenuto dodici mesi prima contro i colombiani del Nacional Medellin. Il secondo trionfo, però, è più agevole del precedente, condito da tre reti che costringono alla resa l’undici guidato dall’uruguagio Luis Alberto Cubilla che da giocatore ha vinto l’Intercontinentale nel 1961, militando come ala destra del Penarol, facendo il bis da allenatore, nel 1979, proprio alla guida dell’Olimpia Asuncion.

I pronostici sono tutti per i rossoneri che si sono sobbarcati sedici ore di volo da Milano a Tokyo. Sacchi schiera Pazzagli tra i pali, i quattro “Cavalieri dell’Apocalisse” in difesa (Tassotti, Maldini, Costacurta e capitan Baresi), Carbone e Rijkaard a centrocampo, Donadoni e Stroppa sulle ali, Gullit e Van Basten in avanti. Per quasi l’intero primo tempo, i sudamericani imbrigliano il gioco del Milan che perde quasi subito Maldini per infortunio alla spalla. Lo sostituisce Filippo Galli. Poco prima dell’intervallo, Gullit scodella un pallone delizioso in area che Rijkaard insacca di testa. L’eroe del Prater di Vienna riesce ancora a trovare la via della rete in una finale. Il gol spezza le gambe ai paraguaiani.

I rossoneri ribadiscono la loro superiorità mondiale

Nella ripresa va in scena il monologo rossonero. Tra il quarto d’ora e il ventesimo minuto, il diavolo chiude la contesa grazie a due giocate superlative di Marco Van Basten: Giovannino Stroppa e Frank Rijkaard devono semplicemente spingere il pallone in rete. Il Milan ribadisce la sua superiorità mondiale. Da due anni l’Intercontinentale si tinge di rossonero così come da un biennio i primi tre posti del Pallone d’Oro sono monopolizzati da giocatori milanisti: Van Basten, Gullit e Rijkaard nel 1988, Van Basten, Baresi e Rijkaard l’anno dopo. Di quella partita restano soprattutto le deliziose danze con il pallone del “Cigno di Utrecht” che dispensa colpi di classe purissima. Alcuni esperti di storia del Milan indicano nella sfida contro l’Olimpia Asuncion la migliore partita della carriera di Van Basten sul piano della qualità tecnica allo stato puro.

Da Tokyo rientra in Italia un diavolo ancora mondiale. Un altro tassello nella storia indelebile della squadra perfetta. Nella sua autobiografia, Marco Van Basten ricorda: “In quegli anni eravamo a tutti gli effetti la squadra più forte del mondo”. Il secondo titolo mondiale fu anche l’ultimo trionfo del Milan di Sacchi.