Il 17 aprile 1988, all’Olimpico di Roma, Virdis e Massaro diedero il via alla volata che portò all’11° titolo
Le prime avvisaglie di un possibile scricchiolio del Napoli capolista erano arrivate ad inizio marzo, con i partenopei battuti in casa dalla Roma. Quella domenica, tuttavia, il Milan di Arrigo Sacchi si era fatto bloccare in casa dal Verona, sprecando in parte la ghiotta occasione. Il distacco si era ridotto a 4 lunghezze, ancora consistente in tempi in cui la vittoria valeva due punti.
Stesso discorso sette giorni dopo: il 13 marzo ’88, mentre il Napoli non andava oltre lo 0-0 sul campo dell’Empoli fanalino di coda, i rossoneri rischiavano il crollo a Torino contro i granata, raggiunti da Ancelotti dopo il vantaggio di Bresciani. Toro che riservò lo stesso trattamento ai partenopei in una giornata che vide il Milan non andare oltre lo 0-0 ad Avellino, campo tradizionalmente ostico per il diavolo.

Il 17 aprile, prima del calcio d’inizio della quintultima giornata, la situazione era la seguente: Napoli 41, Milan 37. Capolista chiamata all’ostica trasferta sul campo della Juventus; forse più difficile l’impegno del Milan: fuori casa contro la Roma, terza forza del campionato. Sacchi schierò Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Filippo Galli, Baresi, Donadoni, Bortolazzi, Virdis, Gullit, Evani. Sull’altro versante, Nils Liedholm rispose con Tancredi, Tempestilli, Nela, Domini, Collovati, Signorini, Bruno Conti, Desideri, Voller, Giannini, Policano.
Quasi 60 mila spettatori gremirono gli spalti dello stadio romano. Poco dopo il primo quarto d’ora di gioco arrivò da Torino il boato del pubblico di casa per il gol di Cabrini: Juve in vantaggio. Passarono sei giri di orologio: all’Olimpico, piazzato a ridosso della linea di porta, Virdis insaccava di testa, anticipando Desideri e lasciando di stucco l’intera retroguardia romanista. Rush e De Agostini (su rigore) chiusero la sfida del Comunale torinese, con il Napoli finito rovinosamente al tappeto.

Partita in bilico, Galli fa il miracolo ma è Massaro a chiudere il match
La partita di Roma rimase in bilico fino a 5’ dal termine. Il sigillo lo appose Daniele Massaro, depositando il pallone in rete dopo aver superato il portiere giallorosso Tancredi. In precedenza, Giovanni Galli aveva compiuto una grande parata, negando il pareggio ai padroni di casa.

Il distacco si dimezzò: il Napoli sentiva da vicino la presenza del Milan, in ritardo di soli due punti e con lo scontro diretto, da giocare al San Paolo, che si avvicinava a grandi falcate. “Ho sempre creduto nello scudetto”, dichiarò Sacchi. Dalla capitale tornò un diavolo sempre più convinto di mettere le mani sul titolo tricolore. Lo scettro partenopeo aveva ormai i giorni contati.

Giornalista e milanista Doc, tra i maggiori conoscitori della storia rossonera, è autore di 17 libri sul Milan. Con Storie Rossonere ha pubblicato tra gli altri: Joe Jordan – Lo Squalo del Milan; Le stagioni del Piccolo diavolo; Milan 3000 e il Grenoli. Ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli nel 2009 e il premio Coni Letteratura Sportiva nel 2011. Più volte nella Top Ten Amazon nella categoria libri di sport.