Quel poker di Champions all’Olimpija Lubiana

Contro gli sloveni partì un cammino europeo che vedrà un pieno di vittorie, finale a parte.

Furono meno di 15 mila gli spettatori che il 16 settembre 1992 salutarono l’esordio assoluto del Milan in quella Coppa dei Campioni ridenominata Champions League. L’annata 1992/93 era ai primi vagiti. Una stagione in cui il diavolo si presentò con lo scudetto al petto vinto nettamente e senza perdere una partita. Scontata la squalifica dopo la notte di Marsiglia, per i rossoneri si ripresentava il prestigioso e finanziariamente ricco palcoscenico continentale.

A tenere a battesimo il Milan – nell’andata dei sedicesimi di finale – furono gli sloveni dell’Olimpija Lubiana. Il bisiaco Fabio Capello schierò i suoi con Antonioli tra i pali (all’ex portiere del Monza vennero dati i galloni di titolare della maglia numero 1), Tassotti, Maldini, Costacurta e Nava in difesa, Albertini ad organizzare il gioco, Evani centrale di centrocampo, Lentini esterno, Van Basten, Gullit e il neoacquisto francese Papin di punta. Troppo marcato il divario fra le due squadre con la giovane squadra allenata da Pertic, arrivati quasi in pellegrinaggio a San Siro.

Parola d’ordine: turn over

Il desiderata del presidente Silvio Berlusconi ruotano attorno ad una parola inglese: turn over, ovvero cambiare identità dei giocatori ma senza cambiare il prodotto, consistente in un gioco efficace e di alta qualità. Pressing e veloci ripartenze trovano in Albertini l’elemento cardine, con Van Basten a danzare sulle punte, pronto a sfruttare gli assist di Lentini e Gullit. Al primo affondo, il Cigno di Utrecht sblocca il risultato. Gli sloveni sembrano come quel pugile che al primo pugno rischiano di finire al tappeto.

Lentini in azione

Due minuti dopo, Albertini firma un gol di rara bellezza: una sventola da trenta metri che annichilisce l’incolpevole Simeunovic. Papin non incanta mentre Gullit offre ricami sulla fascia destra. Van Basten centra il tris. Occorreva il gol del transalpino, per dargli morale. L’assist è di Gullit, l’avvitamento di testa di Papin si spegne nella rete slovena. Poker ! Capello inserisce Donadoni e Massaro per Lentini e Van Basten. Il risultato non cambierà più. Tutto facile, praticamente una formalità.

Un match senza storia, snobbato dai tifosi. Praticamente un esercizio di stile. Negli spogliatoi, il tecnico sloveno provò ad analizzare la pronosticata disfatta, complimentandosi con Albertini. “Un giovane molto in gamba”. Chiudersi nei sedici metri fu per l’Olimpija un autentico harakiri. L’esilio del Milan dal calcio internazionale si concludeva con una serata senza patemi. Primo successo di una serie consecutiva che vedrà altre nove vittorie in altrettante partite.

In quel ciclo mirabolante mancò solo l’acuto finale nella sfida bavarese vinta dal Marsiglia di Goethals il 26 maggio ‘93.

Nella foto di apertura l’azione del gol di Papin